La maestra non c’è e il tempo pieno non parte. Alla fine della terza settimana dall’inizio dell’anno scolastico sono ancora tante le cattedre ancora in cerca di un supplente. Tanto è vero che in molte scuole elementari italiane l’orario resta ridotto perché non ci sono tutti gli insegnanti necessari a coprire l’intera giornata: i bambini escono prima del tempo e così perdono decine di ore di lezione. Gli orari a singhiozzo riguardano proprio le classi a tempo pieno. Gli alunni che dovrebbero fare 8 ore di lezione, con l’orario lungo fino alle 16:30, vanno a casa due ore prima quindi alle 14:30. Si tratta di un disagio enorme per studenti e famiglie perché perdere due ore al giorno di lezione al tempo pieno, a causa dell’orario ridotto, significa veder sparire 10 ore a settimana su un totale di 40 ore.
IL QUADRO
Un’ora su 4 non si fa: gli alunni del tempo pieno, quindi, in queste settimane stanno perdendo il 25% delle lezioni e non le recupereranno. «Purtroppo accade in circa una scuola su 5, in quelle dove ci sono più cattedre da dare in supplenza - spiega Cristina Costarelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi del Lazio e preside del liceo Newton di Roma - le scuole andranno avanti così anche per la prima settimana di ottobre.
Ci sono anche casi in cui i docenti, regolarmente assunti e quindi già in servizio nelle loro scuole, risultano essere ancora iscritti nelle liste delle Gps, le graduatorie provinciali dei supplenti, e vengono convocati in altri istituti. Anche in quel caso, quando emerge l’errore, vengono depennati e bisogna aspettare il nuovo valzer di convocazioni e nomine.
I PRECARI
Proprio a causa degli errori, a Milano è esplosa la protesta dei precari: prima un gruppo ha messo le tende sul tetto dell’ufficio scolastico di via Soderini e poi, una volta scesi, hanno continuato a manifestare sotto le finestre dell’amministrazione. «Le scuole medie e superiori - spiegano dal sindacato Anief di Milano - sono nell’incertezza delegando le singole istituzioni scolastiche a nominare i docenti per coprire le falle delle cattedre vacanti. Ma molti docenti, inseriti tra le prime posizioni nelle Gps, sono rimasti senza nomina: per questo continuano a protestare». Intanto le scuole si stanno preparando a convocare dalle loro graduatorie di istituto, come accade già in alcune province per i bidelli le cui liste ufficiali sono esaurite. Non solo, i dirigenti scolastici possono attivare anche la convocazione delle cosiddette mad, le messe a disposizione: nel caso in cui tutte le graduatorie risultassero esaurite, i presidi possono convocare il personale docente tramite il curriculum di chi si rende disponibile ad insegnare, prima però bisogna aspettare le nuove convocazioni degli uffici scolastici.