Il cervello degli adolescenti inizia a escludere la voce della madre dai 13 anni: è l'inizio dell'autonomia

Un nuovo studio condotto dalla Stanford School of Medicine spiega che i ragazzi over 13 non recepiscono più la voce della madre in modo “unico e gratificante”

Il cervello degli adolescenti inizia a escludere la voce della madre a partire dai 13 anni: è l'inizio dell'autonomia
di Francesca Nunberg
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Venerdì 29 Aprile 2022, 16:25 - Ultimo aggiornamento: 1 Maggio, 11:25

Quando si dice: è come parlare a un muro. Con i figli adolescenti per una madre rischia di essere davvero un problema: il loro cervello, infatti, comincia intorno ai 13 anni a escludere la voce materna, semplicemente non la registra più come faceva prima, e con la voce tutto il carico di obblighi, divieti, raccomandazioni a cui a quell’età si comincia ad essere “allegici”. Un nuovo studio condotto dalla Stanford School of Medicine e pubblicato sul “Journal of Neuroscience” spiega che i ragazzi over 13 non recepiscono più la voce della madre in modo unico e gratificante, mentre si sintonizzano di più sulle voci non familiari. Per arrivare a questo risultato i ricercatori hanno utilizzato le scansioni cerebrali della risonanza magnetica funzionale del cervello e hanno dato quindi una spiegazione neurobiologica a quello che molti genitori sperimentano tutti i santi giorni.

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Lo studio su adolescenti e voce della mamma

Quando gli adolescenti fanno orecchie da mercante, dunque, non è solo perché non vogliono pulire la loro stanza, finire i compiti o staccarsi dai social, ma perché il loro cervello non sta registrando la voce materna come faceva negli anni pre-adolescenziali.

Non è chiaro cosa succeda con la voce del padre, ma questo forse verrà chiarito nel prossimo studio. «Come un bambino impara a sintonizzarsi sulla voce della madre, un adolescente lo fa con voci nuove - spiega l’autore dello studio Daniel Abrams, professore associato di psichiatria e scienze comportamentali – Il ragazzo è semplicemente se stesso: ha nuovi interessi e nuovi amici e vuole passare del tempo con loro, la sua mente è quindi sempre più sensibile e attratta da queste voci sconosciute».

Così gli adolescenti cominciano a provare maggiore interesse per i cosiddetti segnali sociali. Lo spostamento del cervello verso nuove voci è un aspetto della maturità, ed è un cambiamento sano, hanno detto i ricercatori. Perché a un certo punto il bambino cresce, diventa sempre più indipendente e riconoscere altre voci lo aiuta ad allargare i suoi orizzonti e ad essere socialmente attivo al di fuori della famiglia. In uno studio pubblicato nel 2016 il team di Stanford aveva spiegato come nel cervello dei bambini sotto i 12 anni sentire la voce della madre, un “suono speciale”, inneschi molte aree di elaborazione uditiva del cervello. Ossia, centri di ricompensa, regioni di elaborazione delle emozioni, centri di elaborazione visiva e reti cerebrali che decidono quali informazioni in arrivo sono salienti. «La voce della madre è la fonte sonora che insegna ai bambini piccoli tutto sul mondo socio-emotivo e sullo sviluppo del linguaggio - ha detto Percy Mistry, co-autore e studioso di ricerca in psichiatria e scienze comportamentali - I feti nell’utero possono riconoscere la voce della madre prima di nascere. Ma con l’adolescenza inizia il distacco, e il cervello si allontana a favore di voci mai sentite».

Il nuovo studio si è basato su quello precedente, aggiungendo i dati relativi agli adolescenti tra i 13 e i 16 anni. I ricercatori hanno registrato le madri degli adolescenti facendo dire loro tre parole senza senso, che duravano poco meno di un secondo. L’uso di parole senza significato assicurava che i partecipanti non avrebbero risposto al contenuto emotivo delle parole. Due donne non familiari con i soggetti dello studio sono state registrate mentre dicevano le stesse parole senza senso. Ogni adolescente ha ascoltato diverse ripetizioni delle registrazioni di parole senza senso della propria madre e delle altre donne, presentate in ordine casuale, e ha identificato correttamente la propria madre più del 97% delle volte. Gli adolescenti sono stati poi messi in uno scanner a risonanza magnetica, dove hanno ascoltato di nuovo le registrazioni vocali. Hanno anche ascoltato brevi registrazioni di suoni domestici, come una lavastoviglie in funzione, per consentire ai ricercatori di vedere come il cervello risponde alle voci rispetto ad altri suoni non sociali. I ricercatori hanno scoperto che, tra gli adolescenti, tutte le voci esterne hanno fatto attivare molte più regioni del cervello rispetto ai bambini più piccoli. Quando gli adolescenti sembrano ribellarsi non ascoltando i loro genitori, dunque, è perché sono “cablati” per prestare maggiore attenzione alle voci esterne. E perché devono cominciare ad aprirsi al mondo.

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