Al Salone Hofer per il Gran Ballo dell’Imperatore con la corte asburgica al completo
Come ogni anno, a Madonna di Campiglio è andato in scena il Carnevale asburgico, evento che ha animato la cittadina di montagna dall’11 al 16 febbraio con tanti appuntamenti in costume e una scia di carrozze, cavalli, ussari e dame di compagnia, al seguito di Elisabetta di Baviera e del consorte, l’imperatore Francesco Giuseppe, “tornati” nella località trentina per rievocare il loro soggiorno nel 1894. Lo “Stabilimento Alpino” che li aveva ospitati al tempo, rinato “Relais Des Alpes”, è stato set, venerdì 16 febbraio, nel sontuoso Salone Hofer affrescato, del momento clou della kermesse: il Gran Ballo dell’Imperatore, alla sua 39esima edizione. Una serata danzante in abiti d’epoca e l’orchestra dal vivo a intonare polke e valzer, per far ballare i presenti: gli uomini in alta uniforme; le donne con corsetti, tulle, crinoline ampie e tagli a spalla come imponeva l’etichetta di allora. Per una notte si sono rivissute così le atmosfere mondane ottocentesche dei palazzi della corte asburgica, entrate nelle case degli italiani anche con l’amato film “La principessa Sissi” di cui è stata protagonista l’attrice Romy Schneider. E se tutto, all’Hofer, aveva il sapore dell’autenticità, è stato soprattutto grazie a Giordana Luchesa, una modista contemporanea del luogo. È per la sua passione, il suo talento e l’attenta e accurata ricostruzione filologica, se hanno preso vita i vestiti indossati durante la settimana dedicata al Carnevale Asburgico di Madonna di Campiglio. Compreso l’abito da sogno di Monica Bonomini, nei panni di Sissi, realizzato in 45 giorni e ispirato a quello che si vede nella celebre pellicola di cui sopra. Ma non è l’unico a essere sfoggiato dall’Imperatrice in queste occasioni: in alcune edizioni passate, gli è stato preferito un altro pezzo iconico del corredo e ancora più prezioso, per i tanti metri in pizzo che lo compone. Un outfit già iconico, grazie a un famoso ritratto di Elisabetta di Baviera, le cui riproduzioni si ritrovano appese, ancora oggi, in tanti locali della località che, 130 anni fa, la accolse con gioia e due ali di folla festante.
