Rugby Italia Sei Nazioni, nella 25a edizione gli azzurri partono con il nuovo ct Gonzalo Quesada, già venduti 100mila biglietti. Tutto il Torneo su SkySport

Venerdì 19 Gennaio 2024, 19:59 - Ultimo aggiornamento: 20:04
Rugby Italia Sei Nazioni, nella 25a edizione gli azzurri partono con il nuovo ct Gonzalo Quesada, già venduti 100mila biglietti. Tutto il Torneo su SkySport
di Paolo Ricci Bitti
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Un quarto di secolo in azzurro per il Torneo di rugby più antico e più bello del mondo, quello che offre le emozioni più forti dal 1883 e che dal 2000 ha ritenuto l'Italia all'altezza di essere ammessa. Poi è andata che su 120 partite i neo arrivati ne abbiano vinte solo 13 pareggiandone una, ma questo non ha impedito di vendere già 100mila biglietti per i match all'Olimpico di Roma con Inghilterra e Scozia che il calendario (vedete sotto) prevede in questa 25esima edizione nel formato a sei nazioni. Trovate un altro sport che faccia questi numeri e che scateni tale empatia con questi risultati in Italia, dove conta solo vincere, magari contando sulla fortuna che invece nel rugby ha sempre un ruolo molto marginale.

E non ha impedito a Sky di allestire una copertura totale ancora più articolata.

C'è poi una novità di alto lignaggio: la nazionale, reduce da un mondiale da dimenticare, per la prima volta è affidata a un ct argentino, un tipo dal cv stellare come Gonzalo Quesada per di più garantito da un fenomeno come l'asso Diego Dominguez, da anni anche volto di SkySport. Il capitano, confermato, è il romano Michele Lamaro.

«Sapevo dell'importanza di questo torneo in Europa perché ho avuto l'onore di essere stato nello staff della Francia dal 2008 al 2011, ma è la prima volta che sarà capo-allenatore di una squadra come l'Italia, sono molto emozionato». Così il ct dell'Italrugby, Gonzalo Quesada, al microfono di Sky Sport presentando il Sei Nazioni 2024 in programma da venerdì 2 febbraio a sabato 16 marzo con 15 partite in diretta nella Casa dello Sport di Sky. Sui prossimi appuntamenti, che vedranno l'Italia debuttare contro l'Inghilterra il 3 febbraio all'Olimpico, Quesada dice: «Per me la preparazione della squadra a questo livello non è un dettaglio, ho sentito che siamo la più giovane e con meno presenze, l'Italia è anche la nazione con meno giocatori professionisti ma la verità è che io ho fiducia in questo gruppo».

Poi aggiunge: «Credo in questa squadra, che ha un gruppo con una etica del lavoro e una voglia di migliorare impressionante. È una motivazione molto importante per me esserne l'allenatore». L'italiano del ct argentino è già ottimo: l'ha imparato in pochi mesi.

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«Diego Dominguez mi ha detto: il gioco, l'allenamento e tutto il resto lo sai già, non devi preparare niente, ma devi parlare italiano. È vero - ha spiegato Quesada - ho fatto lezione per tutta l'esate per avere la possibilità oggi di esprimermi nella vostra lingua. Ma devo ancora imparare...».

Per quanto riguarda il suo ruolo da Ct, Quesada spiega: «Sappiamo che la sfida è molto grande, ne sono consapevole, ma l'ho accettato con grande piacere. La pressione è grande e la sentivo già da prima. Parlando con la squadra abbiamo guardato ai punti di forza e dove crescere e il primo punto che hanno detto anche i ragazzi è il bisogno di costanza, di competere con continuità».

Poi sul movimento del rugby in Italia: «Spero che lo scopo dei nostri giocatori sia prima di tutto quello di ispirare i bambini, la forza del rugby inizia nei club, dobbiamo ispirare i bambini e i giovani allenatori». ha aggiunto. Sullo stile di gioco: «L'attacco sarà importante, vogliamo anche dare spettacolo, ma la chiave sarà anche la difesa, che dovrà essere dura e attenta per 80 minuti, fin da quando si entra in campo». «Io so esattamente qual è il mio progetto. L'ho chiaro in testa e condiviso con lo staff. È un progetto con qualche cambiamento logico in base a dove pensiamo di poter andare con questa squadra anche negli anni futuri, ma tra dieci giorni giochiamo contro l'Inghilterra e se non facciamo attenzione dando troppe novità ai giocatori ai giocatori non li aiutiamo. Un po' di cambiamento ci sta ma anche la continuità è importante. Cinque esordienti sono logici, sappiamo che per la prima partita 25, 26 giocatori sono quelli pronti per giocare. L'allenamento sarà importante per la scelta finale», conclude il ct.

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