Irlanda-Italia 36-0 Sei Nazioni: verdi di un altro pianeta, gli azzurri si sacrificano in difesa, ma arriva l'attesa lezione Highlights

Domenica 11 Febbraio 2024, 02:05 - Ultimo aggiornamento: 14 Febbraio, 23:06

Pronostico mai così impietoso

Ci si potrebbe ora addentrare in qualche raffinata questione tecnica, ma poi ne passa la voglia quando leggi il distillato dei pronostici degli allibratori che ci assegna una batosta con almeno 24 punti di scarto. E non è nemmeno male: qui nel maestoso e metallico Aviva (ma era molto più affascinante il traballante Lansdowne Road di mattoni e legno) gli azzurri non hanno mai vinto nel Sei Nazioni e negli ultimi 5 confronti diretti gli irlandesi ci hanno mazzolato con almeno 7 mete a partita. Il ct si è concesso un ampio turn over (6 cambi rispetto al trionfo di Marsiglia) forte del fatto che questo gruppo ha vinto 18 degli ultimi 19 test match: ai Mondiali ha sì perso dagli All Blacks ma prima aveva battuto il Sudafrica poi campione del mondo.

Di più: la vittoria azzurra è pagata da 12 a 41 volte e quest’ultima quota è davvero un triste record per tutti i tempi. A Dublino, per dirla tutta, la media dei risultati dal 2000 è di 40 a 12 e il dolce ricordo dell’unica vittoria azzurra nel Torneo se l’è portato via il vento che spazza il canale di San Giorgio perché risale al preistorico 2013 a Roma.


Ecco, non è contro l’Irlanda che potremo mostrare qualche velleità. Ma perché i verdi sono così forti nel rugby? Perché sono i migliori d’Europa pur pescando solo fra i 7 milioni di abitanti dell’isola (nel rugby c’è un’unica nazionale)?


NIENTE CALCIO


Perché questa squadra, vertice di una base di oltre 200mila praticanti (80mila per l’Italia), non ha proprio alcuna concorrenza: niente basket, volley e pallamano e - udite udite - nessun campionato di calcio professionistico. Il cricket si gioca in estate e gli sport gaelici, seguitissimi, rappresentano un mondo a parte. In più il rugby rastrella talenti tra la classe operaia e tra l’upper class, che si educa in scuole prestigiose in cui la palla ovale è materia di studio. Ergo, tutti i ragazzi, e ora anche le ragazze, con buone doti fisiche giocano a rugby. Con tante risorse è poi agevole naturalizzare fior di campioni neozelandesi e sudafricani.


«Fa niente se il pronostico è così ostile - dice il ct Quesada - Grande rispetto, ma nessuna paura: sono convinto che questi azzurri, con il carattere che hanno dimostrato, potranno costruire qualcosa di buono e compiere altri progressi nel nostro cammino appena iniziato».

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