Aerei-spia russi da 350 milioni di dollari abbattuti sul Mar d'Azov: missili ucraino-americani o fuoco amico? Mistero sulle sorti del generale Oleg Pchela

Martedì 16 Gennaio 2024, 13:17 - Ultimo aggiornamento: 18 Gennaio, 08:41

L'ipotesi fuoco amico

E' proprio la zona in cui sono stati colpiti i due velivoli russi (impresa rivendicata anche dal comandante delle forze armate ucraine Valery Zaluzhny) che solleva perplessità. Gli Stati Uniti hanno fornito all'Ucriana batterie missilistiche Patriot che hanno subito ottenuto ottimi risultati sbarrando la strada, di fatto, a molti dei raid dei cacciabombardieri russi, per non dire degli elicotteri, sul territorio ucraino. Ma la gittata dei Patriot e di altri missili terra-aria americani è assai più ridotta (180 chilometri) della distanza fra le postazioni ucraine e la zona dove circuitavano i due aerei russi, che a volte sono pure scortati da caccia. Sono stati allora jet ucraini ad avventurarsi così profondamente nei cieli russi per sganciare missili aria-aria indirizzati all'A-50 e all'Il-22 M nemici? Ma il sistema di difesa contraerea russa ha allora "dormito" così pesantemente? Oppure sono stati usati missili modificati il cui impiego non era finora noto?

E' per questo che proprio dalla Russia si sono levate le prime ipotesi di un clamoroso e doloroso errore delle forze armate di Mosca. Un'ipotesi avvolorata dal fatto che i due aerei-spia sono pronti a "vedere" a grandi distanze minmacce nemiche, ma non possono immaginare di finire nella traiettoria di missili amici.

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