Medicina di genere/ La cardiologa Serenella Castelvecchio: «Il mal di cuore colpisce di più lei, ma segnali sottovalutati»

Medicina di genere/ La cardiologa Serenella Castelvecchio: «Il mal di cuore colpisce di più lei, ma segnali sottovalutati»
di Carlo Ottaviano
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Giovedì 13 Ottobre 2022, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 16:55

Gli uomini, stressati, stritolati dagli impegni, spesso collerici, grandi fumatori, poco attenti ai segnali del proprio corpo, nell’immaginario collettivo sono soggetti a rischio di infarto e di altre patologie del cuore più delle donne.

Assolutamente sbagliato. Detto che le malattie cardiovascolari sono oggi la prima causa di morte (il 35,8% di tutti i decessi, più del tumore), le donne ne sono le vittime più numerose: nel 2020 in Italia 127 mila casi contro i 98 mila degli uomini. «Basta questo dato – afferma Serenella Castelvecchio, medico cardiologo, responsabile della prevenzione cardiovascolare e della medicina di genere presso l’Irccs Policlinico San Donato a Milano – a farci riflettere sulla necessità di porre maggiore attenzione alla salute del proprio cuore e ancora di più sulle importanti differenze di genere, sia nella prevenzione che nella diagnosi e cura». Proprio al San Donato è appena stato dato il via al progetto “A Call for Women” con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza dei fattori di rischio, identificare strategie personalizzate di prevenzione e migliorare la salute delle donne. Limitata per ora alla sola Lombardia, l’indagine multidisciplinare (coinvolti anche endocrinologi, ginecologi e gastroenterologi) sarà estesa al territorio nazionale nei prossimi mesi.

I PASSI IN AVANTI

 La recente maggiore attenzione alla medicina di genere, ha dimostrato che il cuore delle donne si ammala in modo diverso da quello dell’uomo.

Già a partire dai sintomi: in caso di infarto le donne possono avvertire un malessere generalizzato, stanchezza, mancanza di respiro, dolori alla schiena. Negli uomini invece si manifesta più spesso con dolore toracico irradiato al braccio sinistro. Tra i fattori di rischio, oltre alle conseguenze delle cattive abitudini, si aggiungono problematiche tipicamente femminili. Come quelle legate alla menopausa. Tanti i segnali da non sottovalutare, dall’aumento del peso a un maggiore affanno. Spiega la dottoressa Castelvecchio: «Gli estrogeni giocano un ruolo da scudo protettivo durante l’età fertile, con funzioni differenti nella distribuzione della massa grassa e dei liquidi, oltre che nel mantenimento della massa muscolare. Quindi il loro venir meno al momento della menopausa cambia la fisicità della donna ma soprattutto ha una ricaduta su diversi organi che impattano poi sul sistema cardiovascolare. Pensiamo al grasso che si accumula sull’addome e genera l’obesità addominale che predispone all’insulino-resistenza e dunque aumenta il rischio di andare incontro a un diabete di tipo 2 che a sua volta impatta sul sistema cardiovascolare».

GLI ELEMENTI

 All’origine delle malattie cardiovascolari fattori noti e altri relativamente sconosciuti che dovrebbero spingere a maggiori e più frequenti controlli (ecografie vascolari, elettrocardiogrammi, ecocardiodoppler e altri). «Le donne – aggiunge Castelvecchio – sono attente nello screening per il tumore al seno e più di recente anche al colon retto. Manca invece la consapevolezza di quanto possano essere gravi le malattie cardiovascolari». Di sicuro gli stili di vita degli ultimi lustri (doppio ruolo famiglia/lavoro, maggiori responsabilità in carriera) hanno avuto un peso «così come – aggiunge la cardiologa – altri fattori di rischio cosiddetti emergenti: malattie autoimmuni, depressione, disturbi cardiovascolari del terzo trimestre di gravidanza». Ascoltare i segnali che provengono dal proprio organismo è importante, imparando a conoscere e prevenire i rischi sin da ragazzi, a partire dal consumo dell’alcol che va moderato.

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