Affreschi, tele e sculture come terapia.
L’arte come cura per i pazienti con una lesione del sistema nervoso da ictus. Da Michelangelo a Botticelli fino a Picasso. Tutti i grandi sono chiamati a raccolta per stimolare un cervello danneggiato. Per intervenire, con la neuroriabilitazione, su un braccio o una gamba che non si muovono più come prima. Uno studio, pubblicato sulla rivista Frontiers in Psychology e condotto alla Fondazione Santa Lucia Irccs di Roma, in collaborazione con ricercatori dei dipartimenti di Psicologia e di Ingegneria meccanica e aerospaziale della Sapienza e di Unitelma Sapienza, ha unito i grandi capolavori dell’arte alla tecnologia della realtà virtuale per potenziare la strategia terapeutica.
FORMAZIONE
L’immagine più efficace, quella che più di altre ha stimolato i pazienti, è stata la Creazione di Adamo di Michelangelo nella Cappella Sistina.
I TEST
Grazie a un caschetto e a un joystick ogni paziente è stato invitato a ricreare (l’opera è coperta da una sorta di velo che va cancellato) uno dei capolavori della storia dell’arte. La Creazione di Adamo di Michelangelo, la Nascita di Venere di Botticelli, fino ai quadri di Van Gogh, Monet e Renoir. Di fronte a questo esercizio la mente risulta più reattiva, migliorando la coordinazione motoria, la precisione, e riducendo il senso di fatica nell’esecuzione dei test. «Arte e scienza devono godere di una legittimazione reciproca, senza imporre verità assolute o rappresentazioni univoche del mondo in cui viviamo. L’Effetto Michelangelo, nato da osservazioni di carattere funzionale che hanno prodotto benefici per la riabilitazione - spiega Fabrizio Consorti Docente al Dipartimento di Scienze Chirurgiche all’università Sapienza di Roma e Presidente del Comitato Scientifico di “Cultura è Salute” - ha aperto la via di una ricerca più generale sul benessere complessivo. Nostro obiettivo è interpretare l’atto chirurgico come un dialogo col corpo del paziente, presentare a studentesse e studenti la persona umana intera, corpo, mente, spirito, storia vissuta. Ciò è possibile solo integrando scienza, storia e bellezza, mondi artificiosamente e catastroficamente separati». Sulla base di studi scientifici, durante le due giornate, verranno ricordate le diverse terapie integrative. Benessere psicofisico? Cinque minuti di poesia al giorno. Oppure mezz’ora di musica, canto o ballo (raccomandato per i disturbi dell’equilibrio). Visite a musei e siti archeologici per le patologie neurologiche degenerative, installazioni e arti visive per i pazienti in dialisi e per quelli sottoposti a trapianto.