Il Tevere scorre nella campagna elettorale

di Mario Ajello
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Domenica 10 Aprile 2016, 00:24
I superpoteri del Tevere al centro del dibattito
@welikechopin


Chi lo vuole navigabile, chi lo vuole balneabile, chi lo vuole cantare ("Er barcarolo va, controcorenteeeee"), chi lo vuole di nuovo poetico come nel motivo di Gabriella Ferri: "Sotto l'arberi de Lungotevere le coppie fileno, li baci scrocchieno". Il Tevere, come sempre e più di sempre, s'è piazzato al centro anche di questa campagna elettorale di Roma. Lui in realtà se ne infischia delle chiacchiere che lo riguardano e dei candidati che fanno a gara a chi lo accarezza di più, topi galleggianti permettendo. E in questo, il caro e biondo (si fa per dire) Tevere conferma la sua saggezza plurimillenaria. Non si è scomposto neppure quando Guido Bertolaso ha ricordato che nel 2008, da capo della protezione civile, contro la piena del fiume contemplò la possibilità di far saltare ponte Sant'Angelo, pur salvando le statue del Bernini. 
E Roberto Giachetti che finge di emergere fortissimo da queste acque, come Jeeg Robot ribattezzato Jeeg Robè e del resto la sua barba sfatta somiglia a quella di Claudio Santamaria nel magnifico film? 
Il candidato sindaco interpretato 18 anni fa da Carlo Verdone, però, resta imbattibile quando si parla di Tevere. In "Gallo Cedrone", tra la proposta di asfaltare il fiume e l'idea di farne un'autostrada a tre corsie come a "Lossangeles", dà la vera zampata: "Ma 'sto fiume ce serve o nun ce serve?". 

mario.ajello@ilmessaggero.it
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