Quando il gioco del calcio divide la mamma e la figlia

Quando il gioco del calcio divide la mamma e la figlia
di Mimmo Ferretti
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Domenica 7 Ottobre 2018, 01:03 - Ultimo aggiornamento: 10:17
«Mamma, ti devo dire una cosa...», sussurra Giulia, 16 anni e mezzo, con gli occhi bassi. “Amore non ti preoccupare, mamma sarà sempre dalla tua parte”. «Non so come dirtelo, però...». “Non aver paura, amore mio, dillo alla mamma. Sono pronta a tutto”. «Ecco, allora, insomma...». “Dai, coraggio, dai...”. «Ma non so come la prenderai...». “Amore, qualunque cosa tu mi dica non ci saranno problemi”. «Vado?» “Vai”. «Mamma, voglio giocare a pallone». Silenzio. “Scusa, non ho capito...”. «Voglio gio-ca-re a pallo-ne!». Panico. “Amore, ma papà l’hai avvisato?”. «No, mamma, a questo ci devi pensare tu. Hai detto che sei sempre dalla mia parte, giusto?». “Nuoto?”. «No». “Pallavolo?”. «Nooooo». “Scherma....”. «Noneeeeee. Voglio giocare a pallone. Punto e basta». “Equitazione?”. «Non ci provareee...». “Ginnastica ritmica?”. «Aridajeee....». “Danza?”. «Mamma, io voglio danzare con il pallone tra i piedi. A proposito, domani cominciano gli allenamenti: mi accompagni?». “Domani?”. «Domani». “Ehm...”. «Che c’è: non puoi o non vuoi?». “È che domani ho la prima lezione di boxe...”. «Ma mammaaaaa... E papà lo sa?». “Amore, di quale marca vuoi gli scarpini? Mamma, lo sai, è sempre dalla tua parte”.
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