Le Poste e i romani a caccia delle buche delle lettere: ma sono davvero diminuite?

Le Poste e i romani a caccia delle buche delle lettere: ma sono davvero diminuite?
di Pietro Piovani
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Lunedì 8 Aprile 2019, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio, 00:28
Nell'anno 2019, ci sono ancora persone che spediscono lettere di carta. Sono in mezzo a noi, in Italia, a Roma. Questi nostri concittadini però, stando ai loro resoconti, faticano a trovare una cassetta per imbucare la corrispondenza. E se ne lamentano molto sui social, nelle tante pagine Facebook dedicate alla Capitale, ai suoi quartieri, alle sue disgrazie e agli sfoghi dei residenti. Raccontano di aver vagato per la città in cerca di una di quelle vecchie scatolone rosse, oggetti vintage ormai più facili da rintracciare - dicono - in un negozio di modernariato che non in strada. Le loro peregrinazioni si concludono in genere, dopo aver percorso molte centinaia di metri se non chilometri, in un ufficio postale, perché lì di sicuro una buca per spedire le lettere c'è.

Questi racconti però contrastano con quanto riferisce Poste Italiane. La società ci assicura che negli ultimi anni il numero di buche delle lettere a Roma non è diminuito, al massimo ne sono state soppresse quattro o cinque per motivi particolari. Sebbene i volumi di corrispondenza spedita si siano praticamente dimezzati, il parco delle cassette postali in città è rimasto lo stesso di prima e supera i 1.400 punti di raccolta. Insomma anche in questo campo c'è una divergenza tra le buche delle lettere reali e quelle percepite, come per la temperatura atmosferica o l'inflazione. Azzardiamo un'ipotetica spiegazione: un tempo, quando tutti spedivano almeno una cartolina ogni tanto, tutti sapevano dove si trovava la cassetta più vicina a casa; ora non più e bisogna mettersi a cercarla. Un po' come quando restiamo senza telefonino e ci accorgiamo di non ricordare più neanche un numero a memoria.

pietro.piovani@ilmessaggero.it
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