Il nonno sessantottino e il nipote grillino

di Pietro Piovani
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Mercoledì 27 Novembre 2013, 23:31 - Ultimo aggiornamento: 28 Novembre, 19:08
mia nonna che mi chiama, mi chiede come sto, mi dice "io ho fatto il 68" e mi attacca.



@parxdisekiss




- Nonno, ma è vero che da giovane hai fatto quella cosa... quella di quell’anno...?

- Vuoi dire il 68? È vero Gabriele, negli anni dell'università, alla Sapienza. Perché?

- Il professore ci ha detto di documentarci, domani in classe ne discutiamo. Quindi, che era sto 68?

- È stato un grande movimento spontaneo, nato “dal basso”, come va di moda dire oggi...

- Dalla rete?

- No, all'epoca internet non esisteva.

- Ah. E come si faceva?

- C'erano i giornali, le riunioni, le manifestazioni. Eravamo ragazzi, sognavamo di cambiare il mondo.

- Tipo togliere lo stipendio ai parlamentari?

- In verità avevamo obiettivi più ambiziosi. Volevamo liberare l'uomo dalle strutture oppressive dello Stato e della società capitalistica.

- Tipo Equitalia?

- Neanche quella esisteva. Noi pensavamo soprattutto ai proletari, agli ultimi, al Terzo mondo...

- Infatti secondo me il Terzo mondo è un problema: gli extracomunitari dovrebbero restare nei paesi loro, invece di venire qui a morire di fame. Però non capisco: non parlavate delle cose importanti tipo la Tav, gli inceneritori, l’euro?

- Allora le urgenze erano altre. Ci battevamo per la libertà sessuale, i diritti delle donne, gli operai...

- Va bene nonno, fermati, ho capito.



In classe il giorno dopo, durante la discussione sul 68, Gabriele non ha alzato la mano. Ha preferito ripassare matematica, tanto l’argomento non gli sembrava interessante.



pietro.piovani@ilmessaggero.it