La marcia indietro (saggia) sulle ciclabili

di Mario Ajello
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Domenica 13 Settembre 2015, 00:49 - Ultimo aggiornamento: 01:08
Che tristezza scoprire che Roma ha un assessore alla Mobilità che ragiona così

@NapoliBikeFest



Stavolta non ragiona affatto male Stefano Esposito, l'assessore alla mobilità, il quale é subissato di critiche su tutti i social network. E non per quel suo show assurdo alla radio in cui, da torinese d'origini terrone super-tifoso della Juve, si é messo a cantare come faceva un tempo da ultrá nella curva bianconera: "E Roma m.... Roma, Roma m.....". In questo caso la provocazione é azzeccata. Ha detto che la Roma del sindaco ciclista é quanto di più inadatto alla bici. E lo ha detto così, brutalmente, facendo arrabbiare tutti ma le sue parole sono molto sensate. «Io non faccio una bike-line che non sia protetta, perché non intendo avere morti gratis sulle strade». Ovvero: «Oggi un ciclista che sceglie di andare in strada rischia di essere ammazzato. Se io realizzo una bike-line e la bike-line non é protetta dalla cultura che c'è a Roma e in Italia, poi ci sarà un magistrato che viene a cercarmi. E io non mi faccio venire a cercare. Mi devo portare sulla coscienza la gente che viene arrotata?». Provi a dare torto a Esposito qualsiasi frequentatore di una pista ciclabile. Per esempio quella, pessima e attraversata da auto, che passa tra l'auditorium e la moschea in mezzo a spine che bucano le ruote e a vetri rotti che squarciano i pneumatici. Se lungo il tragitto una macchina non ti investe, sei un miracolato. Se ti prende in pieno, e sopravvivi, dovrai ammettere che Esposito é un pro-life.



mario.ajello@ilmessaggero.it