Tromba d'aria a Ostia, volano le cabine: raffiche di vento fino a 122 km all'ora

Intere strutture sono state spazzate via, allarme per il crollo dei tetti

Tromba d'aria a Ostia, volano le cabine: raffiche di vento fino a 122 km all'ora
di Moira Di Mario
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Martedì 5 Marzo 2024, 00:16 - Ultimo aggiornamento: 6 Marzo, 09:45

Una tromba d’aria si è abbattuta domenica sera sulla spiaggia di Ostia. Il vento a 122 chilometri orari ha sollevato alcune cabine della Vecchia Pineta, all’altezza di piazzale degli Aquiloni, sfondato il parapetto che separa la struttura dalla strada e fatto volare le tegole di alcuni appartamenti all’ultimo piano del palazzo di fronte. «È durato pochi minuti – dicono i residenti di piazzale degli Aquiloni – ma è stato davvero intenso. In casa tremava tutto, come se fosse in corso un terremoto».

Tromba d'aria a Ostia, le raffiche di vento

Il vento, proveniente dal mare, si è incuneato con forza in un corridoio stretto e lungo che ha risparmiato altre strutture balneari e i due insediamenti, uno di fronte all’altro, di roulotte e caravan posizionati stabilmente nella piazza che accolgono persone in difficoltà e senza casa. «Se li avesse coinvolti, quei mezzi sarebbero stati sollevati in aria e sbattuti a terra con conseguenze tragiche per chi era all’interno», commentano condomini e inquilini del complesso di fronte alla Vecchia Pineta dove, invece, sono volate via le tegole di alcuni alloggi.

Si tratta degli ex lavatoi trasformati in miniappartamenti, poi sanati, che si trovano ai piani alti dell’edificio. Ieri mattina uno dei proprietari di casa è stato costretto a salire sul tetto per cercare di recuperare alcuni coppi e risistemarli. Crollato, domenica sera, anche il parapetto che separa la spiaggia dal marciapiede e dalla strada. La struttura era realizzata da colonnine di cemento unite da tubi metallici, usurati dal tempo e dalla salsedine che si sono sgretolati e venuti giù come un castello di sabbia. «Qualche anno fa – raccontano alcuni cittadini – a una trentina di metri da qui, madre e figlia si misero sedute sulla balaustra, la ringhiera si spezzò e caddero rovinosamente di sotto. Quella barriera non è mai stata manutenuta e temiamo che la parte crollata domenica rimarrà così per mesi, nonostante la stagione estiva apra tra una sessantina di giorni».

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I danni

I danni di domenica non hanno nulla a che vedere con quelli provocati dalla tromba d’aria di quattro anni fa, quando il vento che soffiava con meno forza (circa ottanta chilometri orari) sollevò dalla spiaggia e trascinò sulla strada decine di cabine, provocò il crollo in strada di una balaustra e di un pino sulle auto in sosta. Il maltempo di domenica sera ha dato un altro, ennesimo colpo agli stabilimenti della costa di Levante, già messi in ginocchio dalle mareggiate di novembre e del mese scorso. Le strutture in lungomare Amerigo Vespucci sono state risparmiate dalla tromba d’aria, ma non dalle forze distruttrice del mare. L’acqua è entrata negli stabilimenti balneari, o almeno in ciò che è rimasto. Cabine abbattute, sgretolate le barriere di sabbia create dai concessionari per cercare di frenare la violenza delle onde. Mentre il mare continua ad avanzare, la spiaggia, invece, arretra inesorabilmente. Spazzati via altri metri di arenile a sud del Canale dei Pescatori, lungo tutto lungomare Amerigo Vespucci e anche oltre. Le ultime tre mareggiate, quella di domenica e le altre di febbraio, sono arrivate a toccare le spiagge di Castel Porziano e Capocotta, finora rimaste indenni dall’erosione. Dopo la burrasca di quattro mesi fa, sono seguiti altri fenomeni di portata più piccola, che hanno tuttavia portato avanti la devastazione e contribuito a peggiore una situazione che ormai si trascina da anni, quando in autunno il mare in tempesta spazza via quei pochi metri di sabbia portati meccanicamente dalle draghe e dall’uomo in primavera, giusto per garantire ai concessionari di aprire gli stabilimenti e offrire qualche servizio, sempre meno, ai clienti. 

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