Marco Vannini, il procuratore difende la pm: «Ciontoli condannato grazie al suo lavoro»

Marco Vannini, il procuratore difende la pm: «Ciontoli condannato grazie al suo lavoro»
di Emanuele Rossi
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Domenica 16 Febbraio 2020, 16:26 - Ultimo aggiornamento: 18:49

ROMA «Sul caso Vannini effettuati i rilievi necessari». Così risponde Andrea Vardaro, procuratore capo di Civitavecchia, al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che nei giorni scorsi ha proposto un'azione disciplinare contro il pm che aveva condotto le indagini sull'omicidio del ragazzo di Cerveteri nella villa dei genitori della sua fidanzata. Per il Guardasigilli, in sostanza, il pubblico ministero Alessandra D'Amore, ora in forza alla Procura di Roma, avrebbe indagato in maniera «superficiale» dopo la morte di Marco Vannini avvenuta il 18 maggio del 2015 a Ladispoli. Non però per la Procura della Repubblica di Civitavecchia che rispedisce le accuse al mittente.

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30 MINUTI DOPO
«Dagli atti risulta che circa 30 minuti dopo il decesso scrive in una nota Andrea Vardaro - il Nucleo Operativo della Compagnia dei carabinieri di Civitavecchia si è recato presso l'abitazione della famiglia Ciontoli, ed ha effettuato un capillare sopralluogo, nel corso del quale sono stati sequestrati oggetti, indumenti, un bossolo esploso e due pistole». Tutto nella norma perciò secondo il procuratore che è succeduto a Gianfranco Amendola a maggio del 2016, un anno dopo il giallo Vannini. «Personale specializzato - precisa Vardaro ha proceduto al prelievo di sostanze ematiche rinvenute, poi trasmesse al Ris di Roma. Subito dopo il decesso sono stati effettuati rilievi necessari per l'accertamento dello stato dei luoghi». Chiarimenti sullo stub. «Si è proceduto al prelievo dei residui di polvere da sparo evidenzia il procuratore capo - su Antonio, Martina e Federico Ciontoli e sui loro indumenti e nella stessa giornata è stato emesso un decreto urgente per intercettare le loro conversazioni più quella della fidanzata del figlio di Ciontoli, tutti presenti nell'abitazione al momento dei fatti mentre attendevano, nel corridoio della stazione dei carabinieri, di essere sentiti dal pm. Le intercettazioni ambientali hanno contribuito in maniera determinante all'accertamento della dinamica dei fatti».
 


IL MEDICO
Ancora spiegazioni: «È stata disposta una consulenza medico legale collegiale, l'acquisizione dei tabulati telefonici di numerose utenze, sono state sentite numerose persone informate e acquisiti i file delle chiamate al 118 effettuate dai Ciontoli». Per Vardaro gli elementi di prova raccolti «hanno consentito di richiedere il rinvio a giudizio di Antonio Ciontoli e dei suoi familiari dice ancora - per il delitto di omicidio doloso, rinvio a giudizio successivamente disposto del giudice dell'udienza preliminare». Infine la valutazione sulle tappe processuali. «A fronte della condanna di Antonio Ciontoli, da parte della Corte di Assise e dei familiari - conclude Vardaro - questa Procura ha proposto impugnazione con riferimento alla condanna. L'impostazione della Procura di Civitavecchia è stata condivisa anche dalla Procura Generale presso la Corte di Appello. Come è noto la Corte di Cassazione ha accolto l'impugnazione della pg». I familiari del giovane, e probabilmente anche Bonafede nella sua offensiva contro il pm, hanno ritenuto «lacunosi» gli accertamenti degli investigatori. La villa non sequestrata, l'esame del luminol non utilizzato sulla scena del crimine, i vicini di casa Ciontoli non ascoltati dai carabinieri nell'immediatezza.

OGGI ASCOLTATA
Per rispondere a tutto, Alessandra D'Amore verrà ascoltata domani in tarda mattinata dalla Procura generale in Cassazione. Lo ha confermato il suo legale e da pochi giorni procuratore aggiunto di Roma, Stefano Pesci. Il quale ha anche ribadito il concetto espresso da Vardaro, e cioè che il pm del caso Vannini abbia operato nel miglior modo possibile, soprattutto con le intercettazioni ambientali e la consulenza medica che ha stabilito che Marco Vannini, se soccorso in tempo, avrebbe avuta, con molta probabilità, salva la vita. Non è da escludere che su questa indagine verranno sentite altre persone. Poi si deciderà se mandare tutto al Csm o archiviare.

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