Tavolino selvaggio a Ponte Milvio, in cinque a processo: tre sono dirigenti comunali

Tavolino selvaggio a Ponte Milvio, in cinque a processo: tre sono dirigenti comunali
di Adelaide Pierucci
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Giovedì 28 Novembre 2019, 08:26
Bastava allestire i dehors, sedie banchetti e fioriere. A regolarizzarli con permessi illeciti ci pensavano dei funzionari comunali. A Ponte Milvio, fulcro della movida a Roma Nord, almeno due commercianti avrebbero beneficiato dei vantaggi dei tavolini selvaggi, posizionati pure sui marciapiedi della piazza, grazie alle autorizzazioni concesse, e poi rinnovate a oltranza, dal XV municipio, nonostante il parere negativo della Soprintendenza per i beni architettonici e paesistici di Roma Capitale. Chi, secondo la procura, ha favorito i vantaggi e chi ne ha beneficiato, evitando di pagare la tassa del suolo pubblico per oltre centomila euro, si ritroverà sullo stesso banco degli imputati per rispondere dell'accusa di abuso di atti d'ufficio.

Lo ha deciso il giudice dell'indagine preliminare ieri disponendo il rinvio a giudizio di tutti gli imputati, tre funzionari municipali e due commercianti. A concedere i favori, secondo la ricostruzione del pm Alberto Galanti, sarebbero stati Antonella Gibilisco, responsabile dello Sportello unico attività produttive, poi trasferita in altra sede; Luigi Todde, della Direzione tecnica amministrativa, e Mario Fiore, dirigente dell'Unità organizzativa. A beneficiarne Fabio Ponari del ristopub Roma Beer Company e Leonardo Sassi del Panificio Nazzareno, accusati anche di occupazione abusiva di suolo pubblico.

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LA VIOLAZIONE
Sollevato il caso in procura la copertura amministrativa per il piazzamento di tavoli, sedie e luminarie è stata considerata un illecito e di conseguenza i dehors posizionati sul marciapiede una violazione al codice penale. Il parere negativo della Soprintendenza alla richiesta di occupazione permanente di una quarantina di metri quadrati ciascuno era stata incassata dai titolari delle due attività tra il 2013 e il 2014. «L'occupazione di suolo pubblico», motivava la decisione la Soprintendenza mettendo al corrente il Municipio, «andrebbe a posizionarsi sul marciapiede già gravato da molte altre occupazioni, di cui molte abusive, di chioschi e di tante altre aree concesse a rotazioni, saturando lo spazio pubblico e lasciando un tratto limitato per il passaggio pedonale».

Uno stop chiaro dettato dall'allora soprintendente Maria Costanza Pierdominici. «Non possono essere rilasciate occupazioni di suolo senza il parere sottoscritto della medesima», riportava nel documento, «Visto il notevole numero di osp (occupazioni suolo pubblico) presenti sulla piazza peraltro non autorizzate dallo scrivente e da queste ritenute abusive si ribadisce la necessità di un piano di massima Occupabilità di piazza Ponte Milvio condivisa dalle amministrazioni interessate».

Nonostante questo, Gibilisco, e a seguire gli altri due funzionari, avrebbero però prima autorizzato l'occupazione temporanea dei dehors e poi concesso il rinnovo «fino all'adozione del Piano di massima occupabilità da parte del Municipio». Alla funzionaria così è stato contestato anche di non aver accertato il regolare versamento del canone di occupazione da parte dei due commercianti, «cagionando all'amministrazione un danno patrimoniale» complessivo di oltre centomila euro. Conto saldato solo dopo l'avvio degli accertamenti.
 
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