Monica Lozzi, presidente VII municipio: «Siamo nel mirino dei criminali non si possono ridurre gli agenti»

Monica Lozzi, presidente VII municipio
di di Alessia Marani
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Mercoledì 13 Novembre 2019, 10:21

Presidente Monica Lozzi, il suo, il VII Municipio con 310mila abitanti è il più popoloso della Capitale. Si estende dai confini con il I Municipio, a San Giovanni, fino a quelli con Ciampino e i Castelli Romani. Eppure c'è uno studio del Viminale che vorrebbe ridimensionare la presenza dei commissariati accorpando San Giovanni e Appio per potere aprire avamposti in altre zone della città. Che ne pensa?
«Premesso che non ho ricevuto comunicazioni ufficiali, ritengo che a Roma sia necessario agire a livello di sicurezza aumentando il personale di polizia e carabinieri e non nell'ottica di ulteriori razionalizzazioni che, finora, non hanno fatto bene alla città. Se decidono di accorpare gli edifici aumentando il personale, va bene. Ma se trasferiscono i poliziotti altrove, assolutamente no, non sono d'accordo».
Nell'ultimo periodo il VII è stato al centro delle cronache più violente. Che cosa sta succedendo?
«Tre omicidi e una doppia gambizzazione in pochi mesi: ad aprile spari contro due pregiudicati in via Flavio Stilicone, a Cinecittà. Ad agosto, non così distante, è avvenuto l'omicidio di Diabolik. A ottobre è stato ucciso un 24enne incensurato ai Colli Albani. Infine, pochi giorni fa un bandito di lungo corso è morto tentando una rapina in viale Ciamarra. L'uso delle armi da fuoco dimostra che c'è un salto di qualità. E in tre degli episodi sembra esserci di mezzo la droga. Per cui probabilmente stanno cambiando degli equilibri criminali che a noi sfuggono e che, però, hanno al centro il nostro territorio».
Lei all'indomani dell'omicidio di Luca Sacchi aveva alzato il telefono e chiamato il viceprefetto Giovanni Borrelli per chiedere la riunione urgente del tavolo sulla sicurezza per il VII. Vi siete visti?
«In realtà è stato superato. Nel senso che i fatti che hanno riguardato il municipio saranno direttamente esaminati al comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico di venerdì. La ministra Luciana Lamorgese ha voluto un report dettagliato. Di fatti su cui riflettere nel nostro territorio ce ne sono molti e non solo quelli finiti nel sangue».
Ovvero?
«Abbiamo le baby gang, danneggiamenti continui nella scuole e nelle ville comunali, minacce agli operatori Ama e Servizio Giardini. Abbiamo situazioni da tenere sotto controllo come le sedi di Forza Nuova e degli ultras della Lazio, non ci dimentichiamo che questa è anche la porzione di Cinecittà in cui insistono gli affari del clan Casamonica. Poi c'è il commercio».
È un problema il commercio?
«Ovviamente no. Ma la concentrazione di 5 centri commerciali e di negozi su Appia e Tuscolana, ci rendono dopo il Centro storico, il secondo municipio per numero di attività. Quindi potenziali calamite per furti, rapine ma anche riciclaggio ed estorsioni. Non abbiamo luoghi Bronx ma tanti interessi appetibili».
E il Municipio da parte sua cosa fa e cosa può fare?
«Ogni municipio ha il dovere di agire su decoro, eventi e socialità per non fare mai mancare punti di riferimento ai cittadini. Nel nostro piccolo abbiamo pedonalizzato via Stilicone, riqualificato e emanato bandi per rifare piazze a Statuario, a Osteria del Curato, al Quadraro e a Morena, in periferia. Abbiamo riassegnato locali confiscati alle mafie e rafforzato lo sportello antiusura. Il resto spetta alle forze dell'ordine».
 

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