L'astensione in massa dei vigili urbani della Capitale, nella notte tra il 31 dicembre 2014 e il primo gennaio 2015, «è stato uno sciopero illegittimo». Lo ha stabilito la Corte d'appello di Roma ha ribaltato la sentenza di primo grado del Tribunale. Lo riferisce in una nota la Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali.
Quella notte 767 agenti della polizia locale risultarono assenti per varie motivazioni - 571 malati, 63 per donazione del sangue, 81 a casa con i permessi per la legge 104, 52 fuori servizio per altri motivi - provocando una lunga vertenza con il Campidoglio, allora guidato da Ignazio Marino, l'apertura di un'inchiesta giudiziaria e di un fascicolo dello stesso garante degli scioperi.
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LE MOTIVAZIONI
«Nella notte del 31 dicembre 2014 ci si trovò di fronte a un'astensione collettiva dal lavoro per motivi sindacali», scrivono i giudici nella sentenza, e quindi di fronte ad uno vero e proprio sciopero, seppur non formalmente proclamato (ed anzi, occultato allo stesso datore di lavoro), sicché ben sussisteva il potere di intervento e di sanzione della Commissione».
LA VICENDA
La storia dei vigili assenti a Capodanno fece il giro del mondo, alimentando stereotipi e sorrisetti in gran parte delle capitali occidentali. Il sindaco Marino, all'epoca la prese molto male: minacciò licenziamenti e punizioni esemplari. Il Garante per gli scioperi il 2 marzo 2015 multò i sindacati, con la delibera 15, accusandoli di aver orchestrato il blocco degli agenti. La linea dura annunciata dal Campidoglio, però, si è smorzata quasi subito sotto i colpi della burocrazia, delle lungaggini delle attuali norme sui procedimenti disciplinari. Dei 33 agenti (su 767) finiti sotto indagine interna del Comune, la Commissione disciplinare aveva deciso di sanzionarne 30. Si tratta dei dipendenti ai quali era stato contestato l'articolo 55 bis del decreto legislativo 150 del 2009, che sottolinea la particolare gravità della mancanza disciplinare rispetto ai contratti di categoria del 2002-2005, 2006-2009. A fine 2016, poi, il Tribunale aveva annullato la multa del Garante, condannandolo a pagare le spese legali alla Cisl, che aveva fatto ricorso contro il provvedimento. Ma la Corte d'appello ha ribaltato quell'interpretazione, ridefinendo quella serata come uno «sciopero illegittimo» di tanti vigili urbani e riaprendo una vertenza che aveva creato tante polemiche, oltre che difficoltà all'amministrazione capitolina.