Pochi giorni fa occupati dagli studenti il liceo Aristofane, lo scientifico Nomentano, il Vittorio Colonna e l’Archimede-Pacinotti. In forte agitazione anche il liceo classico Orazio. Poi ieri sera il Righi. E oggi occupata anche un’altra scuola nella Capitale. Si tratta del liceo Carducci di via Asmara, nel quartiere Trieste. Sul posto la polizia. All’interno, secondo quanto si apprende, circa duecento ragazzi. Al momento non si segnalano criticità.
E in tanto c’è chi mette in campo la Dad proprio contro l’occupazione. È la scelta di una dirigente scolastica che dopo l’occupazione ha subito attivato la didattica a distanza: chi non partecipa sarà segnato assente. Succede al Liceo scientifico Nomentano. La preside Giulia Orsino da oggi ha scelto la Dad per garantire «il diritto allo studio». «In attesa di poter riprendere le lezioni in presenza, a causa dell’occupazione dei tre edifici scolastici, al fine di garantire il diritto allo studio di coloro i quali si sono dissociati dall’occupazione, vi comunico che le lezioni riprenderanno in modalità a distanza da mercoledì 24 novembre - scrive al dirigente in una circolare interna - I docenti comunicheranno agli studenti il link per le lezioni. Potranno collegarsi gli studenti che non sono impegnati nell’occupazione della scuola. Interrogazioni e verifiche scritte saranno rinviate al rientro in presenza».
Non usa mezzi termini il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi di Roma, Mario Rusconi nel bocciare le occupazioni studentesche che si ripropongono annualmente alla vigilia delle vacanze di Natale. «Le occupazioni? Un’inutile perdita di tempo a scapito della maggioranza degli studenti». «Con l’avvicinarsi delle vacanze natalizie ecco riproporsi, soprattutto a Roma, il rito stanco delle occupazioni scolastiche, che non hanno mai risolto nulla se non far perdere inutilmente giornate di scuola a quella stra-maggioranza di studenti a cui non interessa proprio questo tipo di contestazione - sottolinea Rusconi - è sempre una minoranza di studenti che in maniera molto poco democratica e con arroganza rispetto al più elementare dei principi democratici, in cui è la maggioranza che decide, occupa le scuole magari anche nottetempo. A nostro parere sembrano prove tecniche di chi vuol prepararsi una prospettiva politica più che ragionare concretamente sui problemi che affliggono il mondo della scuola». Inoltre, prosegue Rusconi, «superate le giornate di presidio degli edifici la lista dei danni alle strutture, agli arredi, alle strumentazioni è sempre molto lunga, dispendiosa e ovviamente a carico della collettività. Di questi tempi poi con l’aumentare dei contagi Covid questa ulteriore preoccupazione assilla, giustamente, presidi e insegnanti per via degli assembramenti incontrollati all’interno degli edifici scolastici». «Per ragionare sui problemi veri della scuola - evidenzia - e non ad esempio su quelli del Pnrr che ancora non si conosce, propongo un incontro pubblico (da trasmettere anche via social) tra una rappresentanza di noi dirigenti scolastici, dei rappresentanti degli Enti Locali (comune e città metropolitana) e una rappresentanza degli studenti romani per parlare, confrontarci e dibattere sulle problematiche scolastiche e sulla scuola del futuro che vorremmo. Un incontro propositivo con idee realizzabili da proporre ai politici e agli amministratori piuttosto che sterili slogan che lasciano il tempo che trova».
Non si fa attendere la risposta degli studenti. «Noi studenti e studentesse del liceo Righi vogliamo porre fine agli interminabili “siamo tutti nella stessa barca” e “vi capiamo”.