Raggi, appello alle imprese: «Insieme rilanciamo Roma»

Raggi, appello alle imprese: «Insieme rilanciamo Roma»
di Francesco Pacifico
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Martedì 29 Dicembre 2020, 00:27 - Ultimo aggiornamento: 14:00

Due lettere, due appelli, due manifesti per ridisegnare Roma da qui a dieci anni con tutti i partiti, la parti sociali e, principalmente, con gli imprenditori in vista del Recovery fund, del Giubileo del 2025 e dell’Expo del 2030. Dopo la bocciatura agli emendamenti in manovra per Roma Capitale (più poteri e più soldi) e incassato un ordine del giorno bipartisan alla Camera che «impegna» il governo a cambiare registro, la sindaca Virginia Raggi ieri ha scritto ai capigruppo in Campidoglio e alle parti sociali «per aprire un tavolo strategico» sul trasferimento delle competenze. Soprattutto, questa mattina, partirà da Palazzo Senatorio una seconda missiva indirizzata a tutte le associazioni datoriali e ai grandi gruppi industriali del territorio (colossi nostrani, partecipate e multinazionali) per creare assieme una cabina di regia, che decida quali sono le priorità su cui puntare nella lista di investimenti da finanziare con il Recovery fund.

Passo prioritario per gestire al meglio il Giubileo 2025 e ospitare l’Expo nel 2030.

Ad agosto Raggi aveva inviato a Palazzo Chigi un elenco con 159 progetti del valore di 25 miliardi di euro. Ma la sindaca è la prima a sapere che difficilmente il governo li sponsorizzerà tutti. Da qui - come scrive nella sua lettera indirizzata tra gli altri a Unindustria, la Confindustria del Lazio, Confcommercio, Camera di Commercio, Cna e Confesercenti - la richiesta di sedersi presto attorno a un tavolo e stabilire quanti e quali progetti sono veramente strategici. Per poi fare tutti assieme pressione su un governo finora sordo.

Due i concetti chiavi nella lettera della sindaca alle imprese: «fare un’azione comune» e selezionare gli obiettivi attraverso tre direttrici: infrastrutture, rigenerazione urbana e rilancio del territorio. Solo così, si può «esigere, con ancor più risolutezza, poteri e risorse per Roma Capitale, nell’intento di avviare un percorso di rilancio le cui tappe siano in primo luogo il Recovery Fund, quindi il prossimo Giubileo del 2025 e, infine, la chance offerta da Expo 2030, per il quale la nostra città si è già candidata». 

Questa la parte infrastrutturale, poi c’è quella politica, dei poteri speciali per permettere al Campidoglio di velocizzare i progetti di sviluppo. Raggi vedrà tutti i leader dell’opposizione, compresa anche Giorgia Meloni, numero uno di FdI e consigliere in Aula Giulio Cesare. A tutti loro, memori degli ordini del giorno approvati in Assemblea capitolina per il trasferimento della competenze, ha ricordato nella lettera inviata ieri come «nel 2020 non ci siano stati provvedimenti speciali per Roma, per quanto fossero stati richiesti e presentati come necessari, né la Legge di Bilancio ha visto al suo interno precipui impegni a favore della Capitale del Paese».

La strategia è questa per garantire a Roma un profondo restyling per essere competitiva con le altre capitali. Servono innanzitutto nuove infrastrutture di trasporto per ridurre i tempi di percorrenza in una città dove si viaggia in media a 12 chilometri all’ora. Tra le priorità, in quest’ottica, ci sono il prolungamento delle 3 metropolitane cittadine, che per raggiungere Monte Mario, Casal Monastero, Clodio o Grottarossa necessitano di circa 7 miliardi. Accanto c’è la costruzione di 9 tramvie (valore 3,9 miliardi di euro), mentre Ferrovie, Comune e Regione hanno accelerato sul completamento di una grande incompiuta come l’Anello ferroviario (in campo ci sono 547 milioni) con annessa riqualificazione di quartieri a Nord e a Est. Intanto, sul fronte della mobilità, il ministro delle Infrastrutture, Paola De Micheli, ha già dato il suo via libera alla nuova autostrada Roma Latina (valore 1,981 miliardi), alla ferrovia Roma Pescara (6,7 miliardi di euro) e al completamento della superstrada Orte Civitavecchia. Due miliardi di euro dalla Regione per rendere più scorrevole la Pontina.

Ma Roma ha anche bisogno di una rete digitale, per collegare musei e aree archeologiche (come quella allo studio della Regione) e facilitare l’accesso ai driver del turismo mondiale. Unindustria e la Regione lavorano per il Politecnico universitario che manca. Senza dimenticare la rinascita di alcuni quartieri - come il progetto al Flaminio portato avanti da Cdp - che devono prendere pezzi della città direzionale e permettere ai romani di ripopolare il centro storico. Ampio anche il capitolo ambientale: servono oltre 300 milioni per rendere navigabile il Tevere, tra i 2 e i 3 miliardi per chiudere il ciclo dei rifiuti ed evitare di continuare a portare l’immondizia fuori dal Lazio.
 

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