Offre poesie a chi corre al lavoro o passeggia distrattamente nel centro di Roma. Poesie d'amore che ogni giorno dedica alla moglie morta 21 anni fa, l'amore della sua vita. Un modo per trasformare il dolore con cui convive, per condividere in positivo quella passione che lo tiene in vita. «Vorrei essere un sogno per stare con te la notte». E «L'amore è vita, io voglio vivere di te». Sono fatte di poche parole le poesie di Ismail Aliosci, 68 anni, segnato dalla morte per malattia di sua moglie, erano le 8 del 29 dicembre del 2001 e lei aveva 41 anni.
Tutto cambiò per Ismail.
LA PULIZIA
Poi verso le nove si mette all'opera. Si sposta su una traversa del centro, poco lontano dalla galleria Esedra. E si prende cura di quell'angolo di via. «Ci sono barboni che fanno i bisogni in strada, la mattina quando arrivo pulisco», spiega. Nelle ore più calde, oppure sotto la pioggia, si protegge con un ombrellino di fortuna. «Ho iniziato a venire qui con un amico, Domenico, che oggi vive a Torvaianica. Poi lui se n'è andato e sono rimasto io». E tre anni fa, un passante abitudinario, ha preso a cuore la sua storia e lo ha aiutato a pubblicare un libro: «Cento poesie da Ismail». «Cento copie stampate e cento copie vendute con tanto di complimenti da parte della gente», ricorda. Ora sta lavorando al secondo. Per la pubblicazione si affiderà ancora alla provvidenza. Riprende il suo quaderno posato sull'asfalto, ha già in mente un'altra poesia. «Chi smette di sognare è destinato a morire», dice salutando. E se lo dice lui, ci crediamo di più.
C.R.