Comune di Roma, sale la corruzione: «Accertati 5 casi al mese»

Comune di Roma, sale la corruzione: «Accertati 5 casi al mese»
di Giuseppe Gioffreda
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Sabato 1 Febbraio 2020, 01:16

Cinque casi di corruzione accertati al mese, il 45% in più rispetto all’anno precedente. Abuso d’ufficio, peculato, concussione, corruzione per l’esercizio della funzione, atti contrari ai doveri d’ufficio: episodi che hanno visto protagonisti principalmente dipendenti capitolini chi si occupano di affidamento di lavori, servizi e forniture (dal verde alla manutenzione urbana) e chi è impiegato nella gestione delle entrate, delle spese e del patrimonio. L’ultima relazione annuale sfornata dal responsabile della prevenzione della corruzione e per la Trasparenza mette in fila, relativamente al 2019, una vera e propria escalation di reati perpetrati negli uffici del Campidoglio. Rispetto sia all’anno precedente, sia ai due antecedenti che riguardano il periodo dell’amministrazione grillina della Capitale.

Nel 2019 sono stati 141 i procedimenti disciplinari avviati nei confronti dei dipendenti capitolini per fatti penalmente rilevanti, quasi il 24% in più dell’anno precedente (quando erano stati 114) e al 2017 (121 procedimenti) e al 2016 (122). Nei casi più gravi, le istruttorie hanno portato a 12 licenziamenti e a una sospensione dal servizio senza retribuzione. In totale l’anno scorso il dossier registra 61 «segnalazioni che prefigurano responsabilità disciplinari o penali legate ad eventi corruttivi» che hanno portato all’accertamento di altrettante violazioni. Il 45% in più del 2018 (quando erano stati 42) e più del 2017 (51 casi) e del 2016 (54). 
Quali i reati contestati? In 20 casi l’abuso ufficio, in 13 il peculato, in 11 il rifiuto di atti uffici, in 5 la concussione, in altrettanti la corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio; in 3 la corruzione per l’esercizio della funzione, in altrettanti l’induzione indebita a dare o promettere utilità, in un caso la turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.



In testa alle aree più colpite da casi di corruzione c’è, come prevedibile, quella che riguarda «l’affidamento di lavori, servizi e forniture». Dagli appalti per il verde, a quelli per le buche. Quindi c’è il settore della gestione delle entrate, delle spese e del patrimonio, poi quello dei controlli. Non è immune neppure l’Anagrafe, con tre procedure penali avviate. Molti i casi di cui «non si conoscono nel dettaglio i fatti di reato ma solo le norme che si assumono violate». 

Oltre alle procedure che riguardano episodi penalmente rilevanti, è rilevata anche la fattispecie di violazioni del Codice di comportamento dei dipendenti. Nel 2019 si è assistito ad un aumento del 15,5% dei casi segnalati: sono stati 343 contro i 297 del 2018, i 224 del 2017 e i 253 del 2016. Le violazioni del codice accertate sono state 366 (295, 229, 337 nei tre anni precedenti). E i procedimenti disciplinari avviati sono stati in totale 338. Si registra un incremento di quasi il 7,5% anche delle sanzioni fatte ai capitolini: nel 2019 sono state 190, l’anno prima 177. Nel 2017 ne erano state comminate soltanto 72, 120 nel 2016.

Tra i dati del dossier c’è infine quello della rotazione straordinaria. Ovvero il cambio di ufficio del personale che l’amministrazione può, come vogliono le disposizioni dell’Anac (l’Authority Anticorruzione), effettuare negli uffici in presenza di fenomeni corruttivi. Nel 2019 la procedura ha riguardato 18 dipendenti. Una delle misure, recita il rapporto, volte «a superare le resistenti criticità connesse con l’attuazione delle misure di prevenzione». 
 

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