È questo il commento di chi ieri mattina passeggiava per le strade di Testaccio sfogliando i giornali alla ricerca delle ultime notizie. In molti, invece, non vedevano l’ora che il presidente Pallotta «liberasse» il club: «Siamo stati osteggio di questa persona per troppo tempo. Non abbiamo vinto nulla perché sono stati ceduti i calciatori più forti come Alisson e Salah. Finalmente le cose cambieranno». La voglia di una rivoluzione è tanta alimentata da un passato in cui sono stati sottratti alla tifoseria due idoli come Totti e De Rossi: «Non glielo perdonerò mai. Sono stati i miei punti di riferimento fin da quando ero bambino e vederli lasciare la Roma in quel modo dopo tutte le gioie che mi hanno regalato è stato un colpo al cuore», racconta un tifoso di 33 anni.
A cercare bene tra le strade della Capitale, però, si trova anche chi ha apprezzato la presidenza di Boston comprendendo le difficoltà del fair play finanziario e della costruzione di uno stadio di proprietà: «Ha fatto il massimo», sottolinea un tifoso giallorosso. «Credo che il business alla fine abbia prevalso, la mentalità nel calcio di oggi è quella, ringrazio comunque questo presidente che ha ripulito lo spogliatoio di tanta sporcizia, anche di “romani e romanisti” che si sono fatti gli affari loro», aggiunge un altro. C’è anche chi ricorda la notte magica contro il Barcellona e la semifinale di Champions con il Liverpool: «È stato il momento più bello della mia vita da tifoso. Non lo scorderò mai e dirò sempre grazie a Pallotta per quella notte all’Olimpico in cui il Barça è crollato».
Il nuovo è alle porte e sui social provano già a dare qualche consiglio al nuovo proprietario che si sta per affacciare a Trigoria: «Faccia rientrare Totti e De Rossi nella Roma, sarebbe già un ottimo inizio». Ma decine di messaggi sono indirizzati a Pallotta per non aver reso grande il club come aveva promesso: «Finalmente un calvario durato troppi anni fatto di insuccessi e umiliazioni», «era il tipico americano che ha preso la Roma solo per farci qualche dollaro».
Non solo attacchi, ma anche elogi: «Alla gestione Pallotta riconosco tanti meriti: il coraggio di scelte impopolari, ma sacrosante e una crescita indiscutibile», dice un supporter. Chi ancora non si è espresso ufficialmente sono i tifosi della Curva Sud, ma di certo gli ultras continueranno con le loro battaglie come quella del ripristino del vecchio logo cambiato proprio da Pallotta nel 2013 per fini commerciali.
È partita proprio da loro la contestazione verso l’imprenditore di Boston nel 2015 quando ha chiamato «fucking idiots» una parte della tifoseria che ha esposto in Curva Sud una serie di striscioni contro la madre di Ciro Esposito.
Sui social sono apparsi alcuni post attribuiti al settore più caldo dell’Olimpico in cui si attende il passaggio di mano: «Pallotta ha reso la Roma un’azienda. Lui voleva le barriere, ha cacciato Totti e De Rossi e ci ha reso un supermercato. Doveva portarci al Circo Massimo e in un decennio il nulla».
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