La sera del 5 gennaio non ha pensato alla Befana e ai regali, non ha chattato con le amichette, ma ha pensato solo alla sua mamma che ha perso il lavoro, alla loro vita stravolta dopo la morte del papà. E così Sofia, 11 anni appena, chiusa nella sua cameretta, in isolamento perché positiva al Covid alla vigilia della sua seconda dose di vaccino, ha preso in mano il telefonino e ha pubblicato un post sulla pagina Facebook del suo quartiere, l’Appio Latino, poche righe formulate di getto che hanno sorpreso e strappato il cuore a tutti coloro che hanno avuto modo di leggerla. Ha chiesto un lavoro per la mamma e le offerte sono fioccate.
IL MESSAGGIO
«Buonasera a tutti sono una ragazzina di 11 anni che cerca lavoro per la propria Madre, ho perso mio padre da poco là sono iniziati i problemi vorremmo ricominciare a vivere normalmente però ci serve un aiutino.
La mamma di Sofia ha 43 anni, si chiama Giulia ed è di origine romena. «Ma è una vita che sono in Italia e Roma ormai è la mia vera e unica casa», ci racconta. Abita con Sofia in una casa del Comune ai Colli Albani, dove ha vissuto con il marito, «22 anni di matrimonio felice, in cui avevamo tanto desiderato un figlio e finalmente dopo 11 anni è arrivata Sofia, una bambina splendida, intelligente. Va in prima media e da quando è morto il padre è maturata tantissimo ed è diventata iperprotettiva nei miei confronti». Il marito, Fernando, diabetico, ad agosto è entrato in ospedale per un intervento. «Da allora non l’abbiamo più visto, doveva essere una operazione di routine invece gli hanno scoperto un tumore al sangue che se l’è portato via in poche settimane». Giulia non nasconde il grande dolore e lo stato di sofferenza in cui è sprofondata. Spiega che «per via del coronavirus e della mancanza di turisti ho perso il lavoro in un albergo e in un b&b, mia figlia mi vede triste e non lo accetta». La donna racconta ancora di avere sgridato Sofia per quel post. «Quando gente sconosciuta ha cominciato a contattarmi, sono andata da Sofia, l’ho sgridata, le ho detto di cancellare tutto, che non volevo che si pensasse che glielo avessi suggerito io! Ma lei non ha voluto e devo ammettere che, finora avevo chiesto a tutti, amici, vicini, conoscenti, ma nessuno aveva saputo aiutarmi, adesso stanno arrivando delle offerte. Appena uscirò dall’isolamento preventivo, sono vaccinata e con terza dose, potrò finalmente avere dei colloqui di lavoro. Che Dio ci aiuti».
LE BOLLETTE
Sofia è nella stanza accanto. Quel giorno, quando ha visto le bollette, si è preoccupata molto. «Mi chiedeva di continuo: mamma ma ce la fai? Io le dicevo di stare tranquilla, che avrei risolto. Invece lei non deve essersi data pace e ha scritto su Facebook». Giulia ha una grande dignità. «Anche quando Fernando era con noi, ero io che lavoravo, lui che aveva 61 anni aveva una piccola pensione di invalidità. Percepivamo anche il reddito di cittadinanza che dopo la sua morte ci è stato tolto. Mi hanno detto di fare ricorso, ma io non l’ho fatto perché il reddito non lo voglio. Io desidero lavorare, magari in regola, per dare un futuro a mia figlia. Sofia si preoccupa, ma io desidero solo che lei faccia la sua vita da bambina. È bravissima nelle lingue, ha imparato il romeno dalla nonna, studia per conto suo inglese e francese, vuole fare il liceo linguistico e deve seguire la sua strada».