Cimiteri Roma, dietrofront Ama. Dalle denunce alle scuse: «Perdòno a chi ha avuto lutti»

Cimiteri Roma, dietrofront Ama. Dalle denunce alle scuse: «Perdòno a chi ha avuto lutti»
di Lorenzo De Cicco
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Giovedì 6 Maggio 2021, 08:09 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 05:00

Alla fine sono arrivate le scuse, che sanno molto di retromarcia rispetto agli annunci pugnaci della settimana passata. Ama non solo non ha denunciato per «procurato allarme» chi ha criticato a suon di esposti le lungaggini vergognose per le cremazioni, ma ieri nell'emiciclo dell'Aula Giulio Cesare, davanti a tutti i consiglieri comunali riuniti in una sessione straordinaria, ha chiesto perdono alle famiglie provate non solo dal lutto, ma anche dalle attese incivili per seppellire un parente: fino a tre mesi tra la scomparsa e la tumulazione, un'indecenza.

 

Ci ha messo la faccia Stefano Zaghis, amministratore unico della municipalizzata, chiamato dalla fine del 2019 a governare una ridda di disservizi decennali incistati in questo colosso pubblico dai piedi d'argilla, con oltre 7mila dipendenti e tassi di assenteismo record. Davanti agli onorevoli capitolini, Zaghis lo ha detto dritto: «Mi scuso con tutti i cittadini di Roma, in particolare con chi ha subito un lutto in questi ultimi 14 mesi di pandemia».

Una mossa condivisa da Raggi, che poco aveva gradito, al contrario, l'ipotesi di portare in Tribunale chi biasimava i ritardi. Il manager milanese ha provato a spiegare quali siano «le motivazioni per cui siamo qui», falle «di carattere strategico», ha detto rievocando tarli antichi della società comunale, come la scarsità di personale e la penuria di investimenti.

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Un'ammissione: non è stato solo il Covid a produrre i ritardi barbari che hanno tormentato centinaia di famiglie, compresa quella del deputato Pd Andrea Romano, che ha raccontato lo sconforto per il figlio scomparso e rimasto oltre due mesi in attesa di sepoltura. Certo, il virus ha moltiplicato il numero dei decessi: erano circa 30 mila all'anno fino al 2019, ha contato Zaghis, poi si è passati a 33 mila nel 2020 e si stima che arriveremo a 39 mila nel 2021: «È il 30% in più». Ama, è convinto l'ad, «ha fatto tutto il possibile». Per esempio è stato chiesto agli impiegati di smaltire più pratiche. Cosa che però non sempre avviene, come sanno bene gli impresari delle pompe funebri, i quali raccontano che quasi tutti i travet dell'azienda lavorano in smart working, dal salotto di casa, spesso con criteri di priorità indecifrabili: «Rispondono a una pratica di 10 giorni prima, ma dimenticano quella di 2 mesi fa».

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PROMESSE E DENUNCE
Ora l'Ama promette investimenti, 55 milioni in 3 anni per i cimiteri, e assunzioni. Quello che è mancato sin qui. Le ditte delle onoranze ci sperano, ma non troppo. La situazione in cui versano i cimiteri «non può essere conseguenza solo della pandemia», ha detto Aldo Mirko Contini, titolare di un'agenzia, intervenuto in Consiglio comunale. «I servizi sono in affanno da almeno 10 anni». Molto prima che il virus facesse capolino a Wuhan.
 

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