Roma, niente spazio nei cimiteri: si bloccano le sepolture

Roma, niente spazio nei cimiteri: si bloccano le sepolture
di Alessia Marani
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Mercoledì 27 Gennaio 2021, 07:17

A Roma è vietato morire. Posti esauriti al Laurentino, cremazioni a numero chiuso e tra poco termineranno anche quelli riservati alle sepolture, gli unici ancora disponibili al Flaminio. L'allarme arriva dalla Feniop, la Federazione nazionale delle imprese delle onoranze funebri. «L'altra settimana siamo stati convocati da Ama al Verano - dice il delegato Alessandro Moresco - e ci è stato detto che d'ora in poi le salme che eccederanno le 200 alla settimana destinate ai forni e per le quali non è già in atto una pratica per l'autorizzazione, verranno interrate d'ufficio. Questo - avverte - vorrà dire che in breve tempo, visto che le esumazioni hanno accumulato un ritardo di dieci anni, andranno in tilt. Un disagio enorme per i cittadini».

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LA COMMISSIONE
Stamani per discutere la problematica del blocco del cimitero di Trigoria che ha contribuito - insieme all'aumento dei decessi per Covid e a una nuova sensibilità generale più favorevole alle cremazioni - allo stallo dell'intero sistema capitolino, si riunirà la Commissione Ambiente. «Nella migliore delle ipotesi - afferma il consigliere comunale Andrea De Priamo, di FdI - i campi di sepoltura ripristinati in fretta e furia serviranno a colmare il gap per un mese, un mese e mezzo.

Ma alcuni sostengono addirittura per un paio di settimane appena». Dopo il vertice della scorsa settimana al Verano, sono partiti con l'acceleratore gli scavi degli operai per esumare il campo 120 a Prima Porta dove sono seppellite persone passate a miglior vita addirittura nel 2001. Il regolamento di polizia mortuaria ne impone, a dire il vero, la liberazione ogni dieci anni. Invece i lavori in corso sono giustificati da una determina dirigenziale del 2018 sul 2019. Per liberare il campo successivo, il 121, occorre un'altra determina, ma tenuto conto che debbono passare sei mesi per dare modo di avvertire i familiari, non potrà essere comunque operativa nel breve termine. «Si andrà incontro a una veloce saturazione», incalza Moresco che pone l'accento anche su un altro aspetto: «Ama pur avendo tutti i canali pubblici a disposizione non fa nulla per informare correttamente e in modo ampio la popolazione e usa noi come filtri, scaricando ogni responsabilità sulle agenzie funebri e sul loro rapporto con i clienti».

 


IL RAID
C'è di più. Sarà un caso, ma pochi giorni dopo la riunione di martedì e la decisione di procedere con le sepolture d'ufficio, nella notte tra venerdì e sabato, un uomo si introduce negli uffici Ama del Verano, proprio quelli in cui giacciono le pratiche di autorizzazione delle cremazioni, e mette a soqquadro tutto dopo avere picconato gli accessi con una mazza prelevata da un magazzino interno. Non ha rubato nulla e per i carabinieri di Piazza Dante è quantomeno un «atto dimostrativo», in pratica un avvertimento. Una delle piste battute guarda proprio alla gestione delle cremazioni. Succede, infatti, che per le salme eccedenti quota 200 anche il trasferimento in un impianto fuori Roma (per esempio a Civitavecchia) diventa difficile, poiché anche lì non si possono ingolfare i magazzini parcheggiando bare per cui passano anche venti, trenta giorni prima del via libera del Comune di Roma. Che pure, quando le pratiche arrivano, il Dipartimento si sbriga, ma durante tutto il resto del tempo restano impantanate negli uffici del Verano. Forse qualcuno venerdì notte ha battuto un colpo per velocizzare il sistema, oppure, al contrario, ha lanciato un monito perché l'ingranaggio non riparta. Ma, allora, chi finirebbe per favorire il collasso dei cimiteri capitolini?

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