Vaccini, a Roma medici aggrediti per la carenza di scorte: il caso finisce in Procura

Vaccini, a Roma medici aggrediti per la carenza di scorte: il caso finisce in Procura
di Alessia Marani
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Domenica 22 Novembre 2020, 23:59 - Ultimo aggiornamento: 23 Novembre, 00:01

Urla nelle sale d’attesa, telefonate in sequenza stile stalker, minacce perentorie anche via email. A colloquio con la segretaria di uno studio in zona Termini un anziano solitamente impeccabile ha improvvisamente perso la testa: «Mi ha riempito di insulti, non riuscivo neanche a rispondergli, sono esplosa in lacrime», racconta la donna. In altri casi i medici hanno dovuto mettere i pazienti o i loro parenti alla porta. «C’è chi è convinto che facciamo favoritismi, che ci teniamo le dosi per gli “amici”; arrivano i figli degli anziani, esasperati, irrompono in studio, minacciano denunce, alcuni sono violenti», spiega la dottoressa Isabella Avolio, che ha studio nei pressi di piazza Vittorio.

Adesso gli «inadempimenti riguardo alla consegna dei vaccini» e le loro conseguenze finiscono nella lente della Procura della Repubblica. Decine di medici della Asl Rm 1 (dal Centro al Salario, da San Lorenzo a Ottavia) hanno sottoscritto un esposto denuncia inviato nelle scorse ore ai magistrati di piazzale Clodio, stamani una copia verrà depositata anche ai carabinieri di via Tasso.

I camici bianchi non solo pongono l’attenzione sui «gravi disservizi che si sono verificati in occasione della fornitura dei vaccini anti-influenzali, nonostante le dosi indicate dalla stessa Asl e concordate ad agosto», ma sottolineano che per colpa di «questo comportamento non poche volte i cittadini esasperati hanno adoperato nei nostri confronti termini offensivi e si è corso il rischio di vere e proprie aggressioni». E chiedono, dunque, alle autorità «gli opportuni accertamenti» per verificare da cosa dipendano tali inadempienze.

I medici, molti dei quali “massimalisti”, ossia più di lungo corso e con circa 1500 pazienti ciascuno, sono stati insultati e presi di petto dagli utenti. «Non solo di vaccini ne sono arrivati con il contagocce - spiega Avolio - ma è mancata qualsiasi informazione sul perché, a fronte di una campagna di promozione della vaccinazione iniziata già in estate. Per cui molti sono convinti che la mancata vaccinazione dipenda da una nostra inerzia e ne stiamo subendo di tutti i colori. Come minimo ci dicono che siamo scansafatiche, il resto è irripetibile».

A mancare all’appello sono anche i vaccini Fluad destinati agli over 65. Il colosso francese Sanofi che avrebbe dovuto garantire l’approvvigionamento delle 1,4 milioni di dosi ordinate dalla Regione Lazio, finora ne avrebbe consegnati solo 900mila e un lotto di circa 55mila, non avrebbe passato il controllo dell’agenzia del farmaco d’Oltralpe. Motivo per cui la Regione oltre a mettere in mora l’azienda, applicherà le penali. I medici, dal canto loro, non se ne stanno con le mani in mano. Così come i farmacisti, “a secco” delle dosi da vendere per conto della Regione e non più in autonomia. «I grossisti - affermano - ritengono che i nuovi vaccini non arriveranno prima del 15 dicembre». 

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L’assedio

I dottori hanno rinviato molti ai primi di dicembre nella speranza che le forniture riprendano. «Ma se così non sarà, andrà spiegato ai cittadini che costa sta succedendo, altrimenti saremo assediati», spiegano i firmatari, una cinquantina, tutti nel primo distretto. Intanto, la Regione sta preparano il piano per i primi 200 mila vaccini covid. «Saranno destinati al personale sanitario e delle rsa compresi gli anziani, tutti i medici di medicina generale, i pediatri e i farmacisti», spiega l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato.
 

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