Roma, virus: piano anti-crisi. Campidoglio: «Sospendiamo la Tari per hotel e ristoranti»

Roma, virus: piano anti-crisi. Campidoglio: «Sospendiamo la Tari per hotel e ristoranti»
di Lorenzo De Cicco
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Venerdì 28 Febbraio 2020, 07:39 - Ultimo aggiornamento: 08:52

Federalberghi ha parlato di danni da mezzo miliardo di euro. Bar e ristoranti calcolano tre milioni di mancati incassi ogni giorno che passa. Le cancellazioni nel settore turistico sfiorano il 90% per marzo e le nuove prenotazioni sono crollate del 60% rispetto al trend tradizionale. Mentre il governo nazionale prepara un pacchetto di misure per alleviare i danni da coronavirus all'economia, anche il Campidoglio sta ragionando su un piano di aiuti per alberghi, strutture ricettive e attività commerciali in generale. Piano che deve naturalmente tenere in considerazione un dato di fatto: la cassa di Palazzo Senatorio, da anni, piange. I margini di manovra, di conseguenza, sono stretti. Ma davanti agli allarmi lanciati in batteria da tutte le principali associazioni di categoria, anche l'amministrazione comunale ha iniziato a capire dove e come si potrà intervenire. L'ipotesi che sta prendendo corpo nelle ultime ore è quella di una sospensiva della Tari. Uno stop temporaneo - uno o due mesi - per aiutare alberghi, strutture ricettive varie, ma anche ristoranti, bar e le altre attività produttive.

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«I tecnici del Bilancio sono già al lavoro per le dovute verifiche», spiega Marco Terranova, presidente della Commissione Finanze del Campidoglio. «Abbiamo ipotizzato anche un taglio del contributo di soggiorno, ma questo non avvantaggerebbe molto le imprese del settore alberghiero, dato che è un contributo che pagano i turisti e che viene riversato per intero nelle casse dell'amministrazione. Una via praticabile, invece, è la sospensiva della tariffa dei rifiuti». Ipotesi avvalorata anche dal presidente della Commissione Commercio, Andrea Coia. «Ne ho parlato proprio oggi con l'assessore allo Sviluppo, Carlo Cafarotti. La via principale è una sospensiva della Tari. Potrebbe riguardare tutte le attività produttive, non solo gli alberghi. Di sicuro qualcosa bisogna fare. Il Comune può diminuire la tassazione comunale o fornire un sostegno economico, ma la seconda opzione è improponibile su vasta scala. La prima opzione, invece, è più praticabile».

I FONDI DEL GOVERNO
Proprio i due presidenti delle Commissioni Bilancio e Commercio presenteranno a stretto giro una mozione per introdurre «misure di sostegno e mitigazione della crisi dei consumi derivante dalla paura del coronavirus». L'atto dovrebbe essere votato d'urgenza dall'Assemblea capitolina già la prossima settimana. «Speriamo che anche l'opposizione lo appoggi», dicono nel gruppo del M5S, che aspetta di capire esattamente «quanti saranno i fondi che stanzierà il governo nazionale, perché è ovvio che il sostegno principale, in questa fase di sofferenza, deve arrivare dallo Stato, non dal Comune. Che comunque può e deve intervenire».
Gli effetti del coronavirus sull'economia della Capitale del resto sembrano marcati. Confesercenti ha parlato di «decine e decine di milioni di euro al giorno che mancano all'economia della città, tra hotel, pubblici esercizi, commercio, carburanti, agenzie di viaggio e tutto l'indotto». Ogni convention, ogni evento che salta aggiunge danno al danno. Per dire, lunedì si capirà se confermare o rimandare la partita del Sei Nazioni di rugby tra Italia e Inghilterra. Stadio già esaurito, sarebbero attesi dal Regno Unito dai 25mila ai 30mila tifosi. Un indotto da almeno 15 milioni di euro - solo per questo evento - che rischia di sfumare.
 

 
 

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