Coronavirus, sos degli albergatori: «97% degli hotel chiuso, ripartenza sempre più difficile»

Hotel chiusi a Roma
di Marco Pasqua
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Venerdì 17 Aprile 2020, 16:46 - Ultimo aggiornamento: 17:08

«Ad oggi il 97% degli hotel, a Roma, è chiuso. Parliamo di oltre 150mila addetti coinvolti». E' Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma a fotografare la situazione di uno dei settori più colpiti dalla crisi per il Coronavirus.

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«Noi albergatori – spiega - abbiamo cominciato a risentire della pandemia prima degli altri e già dal 23 gennaio, con la chiusura dei voli e da e per la Cina. Subito dopo siamo stati considerati gli untori di tutta Europa e le compagnie aeree hanno bloccato i voli per Italia. I ristoranti, i bar e i negozi hanno continuato a lavorare fino al 12 marzo, noi invece già da allora avevamo grossi problemi che resteranno anche quando ci sarà una prima riapertura».
 


I numeri della crisi: circa 700 hotel formalmente chiusi, altri 300 chiusi di fatto: e quelli aperti hanno in media 4 clienti. E la fase 2? «Non ci tocca – sottolinea – riguarda più i negozi, gli uffici, i professionisti, le aziende. Il sentiment attuale è che il virus è ancora in giro: questo rappresenta un deterrente. Non ci sono voli e per questo il turismo rimarrà ancora fermo. Qualcosa potrebbe cominciare a muoversi quando tutte le aziende inizieranno ad essere operative e si viaggerà di nuovo – continua Roscioli – Roma ha un tasso di internazionalizzazione pari al 72%: per ogni 100 clienti, negli hotel, più di 70 sono stranieri». Da qui la richiesta degli albergatori, non solo l'attuale “traslazione” della tassa di soggiorno, dal 16 aprile al luglio, ma il trasferimento, per un periodo di tempo da concordare, di questa tassa agli hotel. E il futuro? «Prevedo un 2020 con un 70% in meno del fatturato da qui a dicembre, nel 2021 dipenderà molto da quello che succederà negli altri paesi, nei trasporti e nel vaccino».

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