Il sindaco della cittadina, ieri, con un video-messaggio ha informato la comunità affermando che i contagi riguardano tutti uno stesso nucleo familiare che vive nello stesso stabile, definendo la situazione «sotto controllo», ma raccomandando comunque prudenza e l’uso della mascherina. Per sapere, però, con maggiore sicurezza, se il Covid veicolato dalla San Raffaele fino a Guidonia si sia effettivamente fermato alla sola famiglia dell’88enne bisognerà aspettare gli esiti dello screening. I parenti, fra l’altro, hanno chiesto chiarimenti sulle procedure di dimissione dell’anziano che sarebbe stato, dunque, mandato a casa positivo nonostante continuasse ad avere necessità dell’ossigenoterapia, quando le difficoltà respiratorie sono uno dei campanelli d’allarme per infezione da coronavirus. Ieri l’uomo è stato preso in carico dallo Spallanzani.
Nel frattempo la Regione ha verificato che gli ospedali di provenienza dei pazienti in riabilitazione alla San Raffaele, ossia European Hospital, Campus Biomedico e policlinico Gemelli, avevano dimesso e trasferito i degenti tutti con tamponi negativi. E che questi, di conseguenza, potrebbero essersi positivizzati proprio alla Pisana. Anche se la direzione sanitaria del San Raffaele non è affatto convinta dalla tesi emersa da una prima fase dell’indagine epidemiologica del Seresmi (i “detective” alla ricerca del primo contagiato del cluster) secondo cui il caso “indice” risalirebbe all’inizio di maggio e riguarderebbe un fisioterapista in servizio nella clinica: «Troppo indietro nel tempo rispetto all’esplosione del focolaio - fanno sapere - fra l’altro venne trovato positivo dalla stessa Asl 3 che non ritenne evidentemente necessarie ulteriori indagini, e che non aveva lavorato nel reparto di Medicina interessato dal cluster». Proprio oggi ripartiranno i test sugli operatori e sui pazienti della Pisana dove al momento non risultano positivi. La struttura resta zona rossa. Intanto la Procura ha già richiesto una ispezione dei carabinieri del Nas.
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