Roma, carabiniere stalker minacciava e pedinava la ex

Roma, carabiniere stalker minacciava e pedinava la ex
di Stefano De Angelis e Elena Panarella
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Domenica 3 Marzo 2019, 11:29
Sms, messaggini WhatsApp dal contenuto minaccioso, chiamate a tutte le ore del giorno e della notte e pedinamenti. Una relazione inizialmente felice, terminata a suon di denunce. Poi la coppia per un periodo ha ritrovato un suo equilibrio e tutto sembrava essere rientrato. Almeno fino a giovedì quando l’uomo è finito ai domiciliari con l’accusa di stalking. Lui, un maresciallo dei carabinieri di 50 anni, originario della Campania e in servizio a Roma, al Nucleo Scalo Termini, dopo anni di servizio in Ciociaria, è stato bloccato dalla polizia in una zona centrale della parte bassa di Frosinone. A chiedere aiuto e l’intervento di una pattuglia è stata proprio la sua ex compagna, di Alatri, che in passato lo aveva già denunciato per aver ricevuto telefonate minatorie. Agli agenti ha spiegato che si sentiva seguita, pedinata in auto e così, per timore, li aveva allertati. Erano da poco passate le 17. I poliziotti sono intervenuti e, stando alla ricostruzione, hanno verificato che l’uomo era realmente passato nel tratto percorso poco prima dalla donna. A quel punto è stato accompagnato in questura e, dopo gli accertamenti, per lui è scattata la misura degli arresti domiciliari.

Ieri, davanti al giudice per le indagini preliminari Antonello Bracaglia Morante del tribunale di Frosinone, si è tenuta l’udienza di convalida: il carabiniere è stato rimesso in libertà. Per lui, però, è stato disposto il divieto di avvicinamento alla ex compagna, che già in precedenza, da quanto emerso, aveva ottenuto dal questore un avviso di ammonimento nei confronti del maresciallo, poi revocato una volta ascoltata la donna che aveva deciso di rinunciare a procedere perché c’era stato un riavvicinamento. Il sottufficiale, però, ha controbattuto alle contestazioni. Ha respinto la versione dall’ex convivente ed escluso che la stesse seguendo. Ha sostenuto di essere passato in auto da quelle parti, nella zona di Madonna della Neve, (entrambi abitano a pochi chilometri di distanza) perché, dopo aver accompagnato il figlio (avuto dal precedente matrimonio), doveva fare alcune commissioni e che, dunque, è stata una casualità. «Siamo perplessi sull’arresto - spiega l’avvocato Angelo Testa del foro di Frosinone, che difende il maresciallo - Siamo sicuri di poter dimostrare che le cose sono andate diversamente e no come sono state presentate. Ora attendiamo di leggere il fascicolo processuale». 
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