Alberto Sordi, da domani apre la villa-museo a Caracalla: tutti i segreti del grande attore romano

Alberto Sordi, da domani apre la villa-museo a Caracalla: tutti i segreti del grande attore romano
di Gloria Satta
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Martedì 15 Settembre 2020, 07:12 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 03:27

Alberto Sordi è stato un uomo pubblico per eccellenza: incontri stampa, proiezioni, viaggi, premi e bagni di folla hanno scandito la sua vita di gigante dello spettacolo. L'attore non prese mai moglie («e che, mi metto un'estranea in casa?») perché era sposato con il pubblico a cui, sia nei suoi 180 film sia fuori dal set, ha dato tutto sé stesso. Ma c'era un unico luogo in cui il mostro sacro Sordi, l'artista che ha messo a nudo le virtù ma soprattutto i vizi degli italiani tornava ad essere l'uomo Alberto inespugnabile all'affetto dei fan, alla stampa, alla curiosità: la sua bellissima casa affacciata sulle Terme di Caracalla, nel cuore dell'amata Roma che il 15 giugno 1920 gli aveva dato i natali e nella notte tra il 24 e il 25 febbraio 2003 lo aveva visto chiudere gli occhi.

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Dietro il cancello della villa, Alberto si riprendeva la privacy di cui aveva un disperato bisogno e si godeva, nei pochi momenti liberi dal lavoro, la vita familiare con le sorelle Savina e Aurelia e la compagnia di pochissimi amici. Nessun estraneo è mai entrato in quella casa che nell'immaginario collettivo è sempre stata un'«isola che non c'è», un'enclave segreta nella sfolgorante popolarità dell'attore. Ma da domani fino al 31 gennaio 2021 sarà aperta a tutti in attesa di diventare il museo dell'arte di Sordi: è per questo che assume un interesse straordinario la grande Mostra del centenario di Albertone che, promossa dalla Fondazione Museo Alberto Sordi con Roma Capitale e Regione Lazio, la sottoscritta ha avuto l'onore e il piacere di co-curare sotto la regia organizzativa e curatoriale di Alessandro Nicosia e con la consulenza di Vincenzo Mollica. Un'appendice della mostra sarà al Teatro dei Dioscuri e a giudicare dalle migliaia di prenotazioni che piovono da tutta Italia da oltre sette mesi (avremmo dovuto aprire a marzo, ma il lockdown ci ha costretti a rimandare), la voglia di conoscere quell'«isola» finora sconosciuta appare imponente, trasversale. Nella villa, progettata alla fine degli anni Venti dal grande architetto Clemente Busiri Vici, c'è il Sordi privato e segreto che pochi conoscono. C'è il suo amore per il bello: i quadri, tra cui dei De Chirico, de Pisis, Vernet, Severini, e gli arredi preziosi raccontano il gusto classico del proprietario che, in alternativa al cinema, avrebbe fatto volentieri l'antiquario. Nel teatrino, un gioiello corredato da camerini, il pubblico ritroverà Alberto che si esibiva per gli amici sotto il soffitto decorato da stucchi a forma di pellicola cinematografica, tutto intorno le statue policrome di Spadini. Al piano di sopra, attraverso la maestosa scala di marmo, si potrà accedere alla barberia in cui Alberto si faceva bello, leggeva i giornali (il primo era Il Messaggero), parlava al telefono. Emozionante sarà poi visitare la camera da letto in cui l'attore è morto stringendo la mano di Aurelia, il giardino curatissimo che ospitava una statuina della Madonna. E l'immenso archivio, in parte già riordinato dalla Fondazione, ricostruisce la carriera di Alberto e i suoi viaggi mentre cimeli e costumi di scena (come casco e stivali del Vigile) uniti agli abiti di sartoria raccontano l'attore, l'uomo, il simbolo intramontabile degli italiani.

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La mostra ripercorre la biografia di Alberto, la sua cavalcata nello spettacolo, il rapporto con le donne (sia pure zitello, ne ebbe tante), l'amore per gli animali, per gli anziani, per la Chiesa, per le case, il mito americano, l'intensa attività di benefattore a dispetto dell'immeritata fama di avaro. E il lungo rapporto con Il Messaggero di cui l'attore è stato editorialista. I film di Sordi li conosciamo a memoria, le sue battute sono entrate nel lessico comune e il suo faccione è parte della storia italiana. Ma il Sordi segreto abita ancora nella sua casa. E aspetta d'incontrare il pubblico, la sua vera famiglia. La sua famiglia allargata.
 

 

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