Truffa del paraurti a Roma: finto tamponamento e richiesta danni. «Attenzione a due uomini, uno cammina con le stampelle»

L’episodio nei giorni scorsi a Fonte Nuova nei pressi di una tabaccheria. Entrambi i malviventi, a bordo di un Suv, sono subito scappati a mani vuote

Roma, la truffa del paraurti: finto tamponamento e rischiesta danni. «Attenzione a due uomini, uno cammina con le stampelle»
di Alessia Perreca
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Lunedì 18 Marzo 2024, 19:53 - Ultimo aggiornamento: 20 Marzo, 11:30

Si presentano quasi sempre in coppia, fingono danni alla carrozzeria della loro auto ed incolpano così un altro automobilista. Ma c’è anche il raggiro del falso incidente o del telefonino rotto. La celebre truffa dello specchietto negli anni si è evoluta con tante varianti. Arrivano addirittura a fingere di essere investiti oppure accusano il malcapitato di turno di aver ammaccato il paraurti della vettura. L’ennesimo colpo (sfumato) è andato in scena nei giorni scorsi a Fonte Nuova, nei pressi di una tabaccheria. Lui, un giovane di 37 anni, scende dalla macchina per andare a comprare le sigarette. Al rientro, mette in moto l’auto per ripartire quando avverte le urla di due signori, a bordo di un Suv, di colore grigio: «Hai rotto il paraurti, fermati, prendiamo la targa». La vittima però non ci casca e dopo un breve botta e risposta minaccia di chiamare i vigili. «Fate attenzione - dice Gianluca - si tratta di due uomini sulla cinquantina: uno cammina con le stampelle, l’altro è claudicante».

Il racconto

«Avevo da poco terminato di lavorare - racconta Gianluca a "Il Messaggero" - quando ho fatto tappa in una tabaccheria.

Parcheggio l’auto, entro nel negozio e subito dopo risalgo in macchina. Appoggio le sigarette sul cruscotto, accendo il motore, inserisco la retromarcia, quando mi accorgo che un Suv ero dietro di me». Due malviventi pronti a entrare in azione: «La ruota sinistra della loro auto era puntata sul paracolpi della mia macchina. Quando ho ingranato la marcia per ripartire, i due signori hanno iniziato ad urlare e mi hanno accusato di aver colpito il loro paraurti posteriore».

Entrambi, esagitati, lo hanno minacciato: «Prendiamo la targa», avrebbe detto uno dei due. Poi il colpo di scena: nessuna trattativa economica da parte dei malviventi, ma la vittima propone la risoluzione della faccenda tramite Cid. «Con tono alterato - sottolinea Gianluca - ho detto loro che avrei chiamato i vigili urbani». Ineguagliabile, l’atto finale: i due (vestiti con camicia a fiori e giacca colorata) fuggono via a mani vuote. L’intera messinscena è stata notata da diversi passanti che affollavano in quel momento la tabaccheria e il vicino bar. «Hanno preferito adottare un atteggiamento indifferente. Non condivido, ma li capisco», osserva Gianluca. Peccato che talvolta non basti. I due uomini hanno atteso nuovamente la vittima a pochi metri di distanza da dove è avvenuto la tentata truffa. Forse per mettere in atto un altro raggiro. Con la speranza che prima o poi qualcuno li prenda e li conduca direttamente in una caserma dei carabinieri. 

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