«MAMMA AIUTAMI»
La pressione psicologica innanzitutto. A un'altra anziana il falso avvocato, al secolo Vincenzo Oliva, intercettato dagli investigatori di Squadra mobile e agenti di polizia locale, dice: «Raffaele vostro figlio rischia 7-8 anni di carcere, rendiamoci conto... state calma... adesso perde anche il lavoro, ha capito? Perde tutto». Tanto basta per portarle via subito le 800 euro di pensione e 500 di risparmi. A Roma venivano inviati anche dei "perlustratori" per individuare dove e chi colpire: «Pronto we, metti via Martini, vedi attorno alla zona è una bella zona, c'è pure via Ojetti...», ascoltano gli investigatori nelle intercettazioni. La banda non ha scrupoli. Uno dei sodali aggiorna il complice Nunzio Maranta: «Ha detto che ha due fedi, la sua e del marito.. prendiamo pure quelle». Poco importa se le vittime designate sono malate o fragili, la banda che colpisce a raffica, con una sequela impressionante girando per l'Italia, ha la sfrontatezza di prenderle in giro: «Quella sta tutta n'zallanuta.. già quando sono entrata guardava fisso fisso..», ridacchiano al telefono. Non sempre, però, c'era da ridere. Gli specialisti della truffa litigavano tra loro per la mancata equa spartizione del bottino e le donne si lamentavano, in occasione di alcuni arresti, perché dovevano pagare il vero avvocato: «Sono una banda di scemi questi qua».Per la gip Maddalena Cipriani, tutt'altro. A denotarne la pericolosità sociale la circostanza che si tratti di «persone che passano la giornata nel programmare delitti», mostrando dimestichezza nel delinquere e qualsivoglia remora nel colpire persone anziane e indifese pur di avere guadagni.
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