Tram Termini-Vaticano, percorso pericoloso: «Troppe sedi istituzionali»

Barba, ex vicecomandante dei vigili: «La linea è pensata male». In un chilometro ci sono Questura, vigili del fuoco, Bankitalia, Quirinale e Prefettura

Tram Termini-Vaticano, percorso pericoloso: «Troppe sedi istituzionali»
di Fernando M. Magliaro
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Martedì 26 Settembre 2023, 00:29

«Un progetto più strampalato era difficile da ideare: genererà un tale caos fra Termini e piazza Venezia che manderà in tilt tutto il quadrante». Gianfranco Barba ora è in pensione. Ma, fino a che è rimasto in servizio nel corpo dei vigili urbani di Roma era il responsabile, in qualità di vicecomandante del Gruppo Centro Storico, dell’organizzazione pratica di tutte le manifestazioni: dal Gay Pride al corteo del 1 maggio, passando per tutti gli altri.

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E sul contestatissimo progetto del Comune - spinto dalla lobby pro-tram tanto cara a certa sinistra e fiancheggiato da pseudo-ecologisti - di costruire la nuova tranvia Tva da Termini (palazzo Massimo) al Vaticano (piazza Risorgimento) e all’Aurelio (piazza Giureconsulti), Barba non lesina giudizi totalmente negativi: «opera sbagliata che non tiene conto di nessuna delle realtà che insistono sul territorio.

A partire dal capolinea sotto l’ingresso della Soprintendenza di Stato a Palazzo Massimo».


LA LISTA DEI NO
Contro quest’opera, la lista dei contrari è lunga e nutrita: i residenti del Centro storico non ne vogliono sentir parlare; il mondo imprenditoriale ha schierato per il “no” Confcommercio, Confesercenti, Associazione commercianti di Via Nazionale, Federmoda, Associazione Botteghe Storiche. Poi, al coro di critiche si sono aggiunte quelle dei sindacati dei vigili e l’ex comandante generale Antonio Di Maggio, dei tassisti, dei dipendenti dell’Ospedale Santo Spirito e persino le associazioni dei motociclisti. La politica romana e regionale si è mossa: Federico Rocca (FdI) ha già ascoltato in Commissione Trasparenza il Comune con la Soprintendenza che ha ribadito tutti i paletti già espressi nel parere condizionato all’opera per tutelare aree archeologiche, monumenti medievali e palazzi rinascimentali. 


ISTITUZIONI
«Mi limito a un’osservazione banale, che nasce dall’esperienza di chi con la divisa addosso ha un po’ di conoscenza del territorio: in sequenza dal capolinea di Termini abbiamo la Soprintendenza, poi la chiesa di Santa Maria degli Angeli a piazza della Repubblica dove si tengono i funerali di Stato con rito religioso e decine di celebrazioni religiose del mondo militare», aggiunge Barba. «Poi, incrociamo la Questura di Roma e la grande caserma dei Vigili del Fuoco che serve tutto il centro di Roma. Poi, scendendo c’è la Banca d’Italia, quindi via del Quirinale con la Presidenza della Repubblica. Su via IV Novembre insistono gli uffici dell’Unione Europea a Roma, la Prefettura e via del Corso che è l’ingresso di Palazzo Chigi e Montecitorio. Queste istituzioni non possono nemmeno lontanamente risentire di un qualsiasi blocco alla circolazione dovuto a un tram immobilizzato in mezzo alla strada per qualsivoglia motivo».


IV NOVEMBRE
Secondo Barba, ci sono due punti in meno di un chilometro e duecento metri di tragitto che sono potenzialmente «devastanti Il primo è l’incrocio fra piazza dei Cinquecento e via Einaudi. Su questo incrocio, per installare la coppia di binari, si riducono tutte le carreggiate esistenti e ci sono quattro strade che si intersecano tutte nello stesso punto. Ognuna di queste strade può andare in tre direzioni. Significa un semaforo con tempi giganteschi». Il secondo nodo è quello di via IV Novembre: «Già oggi è un delirio di traffico. Creare come vuol fare il Comune una corsia mista su cui passino tutti, traffico pubblico e privato, è un errore. Se si blocca qualcosa, qui diventa un caos». 
 

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