Roma, lo scandalo delle potature: «Nessuno smaltisce i rami»

Roma, lo scandalo delle potature: «Nessuno smaltisce i rami»
di Camilla Mozzetti
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Sabato 31 Dicembre 2022, 09:36

La scorsa estate nel pieno dell'emergenza incendi il parco di Monte Antenne, dentro Villa Ada, si era trasformato in una discarica. Per settimane a troneggiare sono state tonnellate di carcasse di alberi, rami e sterpaglie frutto delle potature eseguite dalle aziende vincitrici dell'ultimo appalto bandito nel 2019 dall'allora giunta Raggi. E lo stesso è accaduto solo qualche settimana fa all'Eur dove, sempre a seguito delle potature, i residui vegetali sono rimasti per giorni ad occupare marciapiedi e porzioni di strade. Entrambe situazioni contrarie alla legge e alle procedure concorsuali che portarono tempo fa diverse aziende ad aggiudicarsi un posto nel maxi accordo quadro (otto lotti e quasi 50 milioni di euro di risorse pubbliche). Una situazione che, secondo l'Assartigiani, non è frutto del caso quanto più di un sistema reiterato di violazioni su cui il Campidoglio non è stato sempre solerte nei controlli. Il segretario generale dell'Associazione degli artigiani di Roma e provincia, Mauro Mannocchi, ha scritto a tutti coloro che dovevano essere interessati del caso, compreso il segretario generale.

«MANCA IL PERSONALE»

Ci sono stati anche degli incontri con l'assessorato all'Ambiente in cui si manifestava un problema che si potrebbe configurare come frode ai danni del Comune ovvero quello per cui le aziende che potano, e devono poi smaltire in discarica, saltano quest'ultimo passaggio per non pagare il servizio comunque già coperto dall'amministrazione nell'assegnazione dei lotti. L'Assartigiani si è sentita rispondere da membri dell'assessorato che «manca il personale per le verifiche - spiega Mannocchi - ed è gravissimo perché stiamo parlando di comportamenti perseguibili penalmente e in solido tra la stazione appaltante e le singole imprese per non parlare poi del danno che si reca all'Ambiente e la concorrenza sleale verso quelle aziende che, invece, smaltiscono correttamente i rifiuti delle potature». È necessario spiegare meglio in cosa consiste il ciclo partendo dalla certezza che un albero tagliato o un ramo potato figurano come rifiuti urbani e pertanto devono essere smaltiti secondo precise procedure.

Cosa è accaduto però?

IL SISTEMA

Le imprese che si sono aggiudicate la gara hanno ottenuto delle risorse non solo per potare ma anche per smaltire i residui in una delle quattro discariche presenti a Roma (Tiburtina, Aurelio, Salaria ed Ardea). Per farsi accettare i rifiuti devono tuttavia pagare e rendicontare poi l'operato attraverso un documento - il Fir - all'amministrazione. Ebbene, secondo l'Assartigiani il conferimento in diversi casi salta, le imprese mantengono comunque per sé il denaro previsto per l'operazione con il risultato di non sapere come e in che modo viene poi dato seguito allo smaltimento. Perché a distanza di giorni quei residui dalle strade spariscono ma dove vanno a finire? Nell'ultima missiva che l'associazione ha inviato ad ottobre scorso perfino al ministero della Transizione ecologica si legge: «Sulla base di precise segnalazioni di alcuni associati, una parte non trascurabile dei residui vegetali della manutenzione del verde pubblico risulta vengano conferiti dalle imprese appaltatrici direttamente agli impianto di termovalorizzazione, frammisti a cippato e materia vergine vegetale proveniente dai boschi, senza alcun appropriato trattamento di recupero ai sensi del Tua (il Testo unico dell'Ambiente)». Tale conferimento porta ad una rendita perché quel rifiuto spacciato per risulta di bosco viene pagato. Dall'Ambiente l'assessore Sabrina Alfonsi spiega: «Ringraziamo l'Assartigiani per avere acceso un faro, abbiamo dato mandato di eseguire le verifiche e non ci risultano anomalie per quanto nel nuovo bando, che sarà pubblicato nei primi mesi del 2023, abbiamo previsto una verifica puntuale sullo smaltimento». Come dire, quello che è stato è stato, scordiamoci il passato.
 

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