Rifiuti a Roma, il "ponte" lungo di Ama: i netturbini vanno in ferie e scatta l'allarme raccolta

L'allarme è stato lanciato lunedì pomeriggio in un vertice voluto dal sindaco Roberto Gualtieri, che con l'assessore all'Ambiente, Sabrina Alfonsi, ha convocato i vertici di Ama

Rifiuti a Roma, il "ponte" lungo di Ama: i netturbini vanno in ferie e scatta l'allarme raccolta
di Francesco Pacifico
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Mercoledì 21 Giugno 2023, 06:32 - Ultimo aggiornamento: 22 Giugno, 14:23

La data feriale è il 29 giugno, festa dei Santi Pietro e Paolo, che quest'anno cade di giovedì e darà il via a un lungo ponte. Quattro giorni nei quali la città rischia di essere letteralmente sommersa dai rifiuti: anche perché, al momento, solo un netturbino su tre ha dato la disponibilità a lavorare. Tra l'altro, nello stesso periodo, sono attesi nella Capitale quasi 400mila turisti. I quali, a differenza dei romani, non conoscono le regole della raccolta differenziata e spesso, anche per la mancanza dei cestini, abbandonano cartacce, avanzi di cibo e bottiglie dove capita.
L'allarme è stato lanciato lunedì pomeriggio in un vertice voluto dal sindaco Roberto Gualtieri, che con l'assessore all'Ambiente, Sabrina Alfonsi, ha convocato i vertici di Ama. Al centro della riunione i troppi problemi registrati dalla municipalizzata nella raccolta. Anche ieri cassonetti pieni e in alcuni casi sacchetti sui marciapiedi un po' ovunque: nella parte Nord della città (su tutti i quartieri Ottavia, Cassia e Balduina), a Ovest (Primavalle e Portuense), a Est (Torri, San Basilio, Tiburtino o Tuscolano) e a Sud (Garbatella, Eur, e Torrino-Mezzocammino). Con la situazione che peggiora più si supera il Raccordo, mentre è in controtendenza il livello di pulizia del Centro.

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MEZZI E TENSIONI

Alla base di questa crisi c'è innanzitutto la bassa disponibilità di mezzi nella flotta di Ama in servizio: gira soltanto la metà di compattatori e squaletti, il resto sono in manutenzione. Tra l'altro in officine sempre più sature. Senza contare che con la necessità di portare sempre più lontano da Roma i rifiuti della Capitale, i camion sono costretti a fare lunghe traversate per raggiungere gli impianti, quindi ci mettono più tempo per rientrare alla base, con il risultato che saltano i giri di raccolta. Eppoi in questi giorni la produzione dei rifiuti supera settimanalmente le 18mila tonnellate. Ci sono criticità nell'organizzazione del lavoro. E c'è tensione in azienda tra i lavoratori, dopo che i vertici hanno annunciato ai sindacati di voler rivedere la politica salariale, considerando le indennità finora erogate superate. Dopo il licenziamento di un dirigente e un funzionario, rei di non aver verificato alcune fatture gonfiate per un manutentore esterno, gli addetti ai controlli vagliano ogni carta in maniera maniacale, rallentando tutte le autorizzazioni, in primis quelle per l'acquisto di pezzi di ricambio.
Il Comune ha chiesto ad Ama di accelerare i tempi di riparazione e di mandare in giro anche i mezzi dove i guasti (per esempio dell'aria condizionata) non sono tali da bloccare le macchine. Ma dall'azienda avrebbero risposto che la situazione tornerà alla normalità non prima di due settimane, oltre al fatto che in questa fase è sempre più difficile affittare mezzi. Poi c'è da affrontare un altro nodo: le tensioni tra i lavoratori, che seguono il tentativo della municipalizzata di rivedere la politica salariale, legandola sempre più ai livelli di raccolta e di spazzamento della strada. Anche per questo, al momento, soltanto un terzo degli operai avrebbe dato la disponibilità a essere presente per il giorno dei Santi Pietro e Paolo, nonostante il pagamento del festivo.
Oggi Ama incontrerà i sindacati confederali e autonomi per discutere del superamento dell'attuale premio di risultato domenicale, quello che garantisce circa 170 euro in più (ma pagati in regime ordinario) agli addetti che garantiscono la loro opera per due domeniche al mese e che scade il 30 giugno.
Via Calderon de La Barca vuole un unico incentivo, da erogare in base alla qualità delle lavorazioni e per limitare il ricorso allo straordinario. Ma accanto a questa partita ce n'è un'altra: chiedere alle sigle di spingere i loro iscritti a lavorare nel lungo ponte dei Santi Pietro e Paolo.

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