Roma, posti di polizia in ospedale: attivati 18 nuovi presidi per garantire la sicurezza. Da Ostia alla Cassia, dove sono

La misura anticipata dal ministro dell'Interno Matteo Piantedosi in una intervista al Messaggero. L’annuncio del prefetto Frattasi dopo la riunione del Comitato per l’ordine pubblico

Ospedali, piano sicurezza della Prefettura: riattivati 18 presidi di Polizia nelle strutture di Roma e Provincia. Ecco quali sono
di Camilla Mozzetti e Francesco Pacifico
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Mercoledì 18 Gennaio 2023, 19:59 - Ultimo aggiornamento: 19 Gennaio, 00:10

Dall’ospedale Sandro Grassi di Ostia al San Filippo Neri, dal Sant’Eugenio al San Giovanni Addolorata. E ancora i policlinici universitari Agostino Gemelli, Tor Vergata e Umberto I: tra Roma e provincia tornano i posti di polizia dentro ai nosocomi. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, in un’intervista al Messaggero lo aveva annunciato anche a fronte della recrudescenza di aggressioni e violenze denunciate dal personale. 

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Ospedali, piano sicurezza della Prefettura

«I camici bianchi - medici, infermieri, tecnici - dedicano la propria vita a una funzione fondamentale come quella di curare la salute dei cittadini e svolgono il loro lavoro anche la notte - disse Piantedosi meno di una settimana fa a questo giornale - avvieremo un’iniziativa nei prossimi giorni per rafforzare o istituire presidi di polizia a partire dai plessi ospedalieri di maggiore importanza.

Anche qui partiremo dalla Capitale e poi ci dedicheremo alle altre grandi città».  Dalle parole ai fatti il passo è stato breve ed arriva l’elenco delle strutture che potranno contare su presidi fissi e rinnovati con due agenti in doppio turno: dalle 8 alle 20, dal lunedì al sabato. Il piano è stato messo a punto dalla Questura come specificano da Palazzo Valentini dove, ieri pomeriggio, è stato approvato lo schema di intervento nella riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza. 


LE STRUTTURE
Entrando nel dettaglio, gli ospedali interessati dalla nuova vigilanza che dipenderà poi dai singoli commissariati di zona, sono i seguenti: San Giovanni Addolorata, Sant’Eugenio, Grassi, policlinico Agostino Gemelli, San Filippo Neri, policlinico Tor Vergata e Umberto I e ancora Aurelia Hospital, Ospedali Riuniti di Nettuno, l’ospedale San Paolo di Civitavecchia, il San Carlo di Nancy, il Sant’Andrea, Villa San Pietro - Fatebenefratelli, San Camillo, Campus Biomedico, Fatebenefratelli Isola Tiberina, Sandro Pertini, policlinico Casilino. 
Dopo lo scoppio del Covid, e con l’introduzione di regole ferree che hanno impedito l’accesso ai parenti dei malati dentro le strutture sanitarie per circoscrivere i contagi, negli ospedali si sono decuplicati i casi di aggressioni ai danni dei medici e degli infermieri. Tra il secondo e il terzo trimestre dell’anno scorso, si sono registrati nei nosocomi del Lazio un caso ogni due giorni. Di fronte a questo scenario, plaude all’iniziata l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato: «Tale piano va incontro alle richieste fatte nei mesi scorsi alla luce dei frequenti episodi di aggressione al personale sanitario». Giulio Maria Ricciuto, presidente del Simeu, l’associazione che riunisce gli operatori dei pronto soccorso aggiunge: «Sono contentissimo per questa decisione e per la partenza dei presidi nei primi ospedali. Ma devo ricordare che tutti i medici nei triage d’emergenza sono oggetto di aggressioni, quindi mi auguro che a tutti quanti sarà garantita la stessa protezione». 

LE MODALITÀ
L’orario per gli operatori di sicurezza potrà essere prolungato fino alle 23 in base ad un programma di lavoro straordinario precisa già la Prefettura. «Questa misura è necessaria in una fase in cui gli accessi ai Dipartimenti di emergenza e accettazione (Dea) sono aumentati del 30 per cento rispetto allo scorso anno - conclude Ricciuto - Siamo nella direzione giusta, ma manca ancora un passo importante: tranne alcuni ospedali che hanno deciso di applicare una tolleranza zero, molto dottori e infermieri non denunciano, perché spesso è inutile. Sarebbe il caso che tutti i commissariati procedessero d’ufficio, come già prevede la legge».

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