Un cadavere in mare a sei miglia da Fregene: il mistero delle ferite

Recuperato il corpo di un uomo di 60 anni: sul braccio un tatuaggio. Non si esclude l’omicidio

Un cadavere in mare a Fregene: il giallo delle ferite
di Flaminia Savelli
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Giovedì 17 Agosto 2023, 00:15

È ancora giallo sul corpo trovato in mare la mattina di Ferragosto: il cadavere di un uomo è stato recuperato a sei miglia della costa intorno alle 12 di martedì dopo l’allarme lanciato da un diportista. La salma è stato portata a riva dalla capitaneria di Porto. Da un primo esame esterno era visibile un’abrasione alla testa, da qui il sospetto di una morte violenta. Un giallo nel giallo perché tra gli indumenti non è stato trovato alcun elemento identificativo e dunque, per risalire all’identità dell’uomo, è stato necessario procedere con le analisi sulle impronte digitali rilevate ieri pomeriggio al Verano dal medico legale durante l’ispezione cadaverica.

 
LE PERIZIE
La procura di Civitavecchia ha aperto un fascicolo di indagine senza ipotesi di reato e ha disposto gli esami autoptici che verranno eseguiti oggi. Mentre per le indagini la delega è assegnata, almeno per il momento, alla Capitaneria di Porto. 


Per accelerar i tempi e risalire all’identità del corpo, i militari hanno eseguito una prima verifica tra le recenti denunce di scomparsa. Dal primo esame esterno è stato infatti possibile delineare alcuni elementi identificativi: il corpo apparterrebbe a un uomo dall’età tra i quaranta e i sessanta anni. Ma gli investigatori si stanno concentrando anche sul tatuaggio stilizzato e ben visibile sull’avambraccio. In questo caso stanno analizzando e confrontando le informazioni nei database tra le foto segnaletiche, arresti e denunce in cerca di indizi e corrispondenze. Ancora: tra gli indumenti non sono stati trovati i documenti, ma la maglietta indossata è quella di un noto locale di Roma - nel quartiere Testaccio - chiuso però da diversi mesi.

 
Tuttavia non sarebbero emerse, almeno per il momento, corrispondenze tra le recenti denunce di scomparsa.

Intanto ieri nei laboratori del Verano è stata eseguita l’ispezione cadaverica.

 
LE IPOTESI
L’analisi eseguita ieri conferma che non ci sono lesioni evidenti: ma solo esami più approfonditi potranno stabilire la natura dell’abrasione riscontrata sulla testa e che ha fatto scattare l’allarme. Una lieve lesione che potrebbe essere compatibile anche con il «trascimento». Ma gli investigatori non escludono alcuna ipotesi: l’uomo sia stato colpito alla testa e che poi sia stato gettato in acqua dove il corpo è stato trascinato a largo, fino a sei miglia dalla costa. Anche in questo caso, solo l’autopsia potrà confermarlo con le analisi sui polmoni.

 
Allo stesso tempo, non è possibile ancora escludere che l’uomo possa essere deceduto a causa di un malore e che poi, in un secondo momento, sia finito in acqua. Così come non è possibile escludere il gesto volontario. C’è infine un altro punto ancora da chiarire: il punto di caduta del cadavere. Le correnti lo hanno fatto riemergere a sei metri dalla costa di Fregene. Con il sospetto che si stato trascinato, almeno nel tratto finale, dalle acque del fiume Tevere che sfocia tra Ostia e Fiumicino, e che la corrente lo abbia trascinato a riva. Perciò le ricerche potrebbero presto spostarsi e dal litorale romano arrivare ai quartieri della città, lungo il fiume.

 
I NODI
Una prima svolta nelle indagini è attesa per oggi. Perché solo con i risultati autoptici sarà possibile stabilire la causa del decesso, l’orario della morte e risalire all’identità del corpo. Dopo la trasmissione dei risultati alla procura di competenza, le indagini potrebbero allargarsi ancora. 
 

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