Viaggiavano a bordo una macchina attrezzata di tutto punto, grazie ad un sistema artigianale, per succhiare benzina e gasolio dai serbatoi altrui che, tramite un sistema di tubi, andava a finire direttamente in bidoni posizionati nel portabagagli. Una banda di "vampiri" di carburanti, accusati di aver colpito più volte tra Tivoli e Guidonia nelle ultime settimane, sono stati bloccati l'altra mattina dai poliziotti del commissariato locale. Si tratta di quattro persone con vari precedenti, tre uomini e una donna di età compresa tra i 28 e i 46 anni, che sono stati denunciati e dovranno rispondere, in concorso, di furto di gasolio e benzina in danno di veicoli. Il quartetto è finito nelle maglie dei controlli del territorio, intensificati nell'ultimo periodo. Quell'auto, sospetta, non è sfuggita agli agenti di pattuglia che l'hanno fermata per tutte le verifiche del caso. Al volante c'era una donna con altri tre uomini a bordo. Gli è stato intimato l'alt e già da un primo controllo sommario è emerso un forte odore di carburante proveniente dall'abitacolo, mentre dal cofano fuoriusciva un cavo nero passante tramite un finestrino verso l'interno.
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Nel corso della successiva perquisizione è stato rinvenuto un meccanismo per l'aspirazione del carburante con una pompa elettrica autoadescante a 12 Volt congiunta a lunghi tubi di gomma, uno dei quali collegato a un serbatoio in plastica da cinquanta litri pieno di combustibile, posizionato nel portabagagli.
Per questo il magistrato di sorveglianza di Roma ha subito disposto l'aggravamento della misura mandandolo in carcere. In carcere, in seguito ad un'indagine degli investigatori di largo Salvo D'Acquisto, sono fini anche due fidanzati, un uomo e una donna di 42 e 35 anni, accusati di essere gli autori di una violenta rapina messa a segno un anno fa ai danni di un market di cittadini bengalesi a Villalba di Guidonia: armati di un coltello e una bottiglia di vetro prelevata direttamente dal frigo si fecero consegnare l'incasso, circa 300 euro. La giovane commerciante gli corse poi dietro accanendosi sulla loro auto in fuga con una mazza da baseball: i danni insieme alle testimonianze di chi aveva colto alcuni numeri della targa, insieme ad altri indizi, hanno permesso ai poliziotti di chiudere il cerchio.