Nelle viette e negli angoli più bui del Centro o di Trastevere è tutto un proliferare di sacchi trasparenti strapieni di bottiglie di plastica e di vetro, lattine, cartoni, cassette della frutta e persino avanzi di cibo. Li abbandonano i titolari di bar e ristoranti o i negozianti, che dovrebbero invece lasciarli davanti a loro locali, dove dovrebbero raccoglierli gli addetti di Ama o delle aziende che lavorano per la municipalizzata. Sacchi che i gabbiani si divertono a strappare alla ricerca di cibo, rendendo ancora più indecorosi i punti più belli di Roma. In altre zone della città - soprattutto Prati o il Pigneto - dove ci sono la movida e i vituperati secchioni, sempre questi esercenti buttano i rifiuti nei cassonetti destinati alle famiglie. Risultato? I recipienti sono pieni fino all'inverosimile, anche dopo che i netturbini sono passati a svuotarli. E chi arriva tardi in questa lotteria che sta diventando il conferimento della propria spazzatura, finisce per lasciare la carta dove andrebbe la plastica, l'umido nell'indifferenziato o viceversa, per non parlare di tutto quello che va direttamente sui marciapiedi.
DISAGI
A più di tre mesi distanza dal suo avvio, mostra non poche crepe il nuovo appalto di raccolta delle Und (utenze non domestiche), cioè il porta a porta per ritirare i rifiuti di bar, ristoranti e negozi.
La prossima settimana le associazioni di categoria firmeranno un protocollo con il Comune per gestire al meglio la raccolta: è prevista l'installazione di isole ecologiche e di fioriere-cassonetto dove al loro interno saranno "nascosti" i sacchetti. Questo è il futuro. Sul presente Lorenza Bonaccorsi, presidente del I Municipio, lamenta che «la situazione sta diventando sempre più ingestibile a Prati e all'Esquilino, dove ci sono i cassonetti. Bisogna rafforzare i controlli». Viviana De Capua, storica animatrice dell'associazione Abitanti del centro storico, si chiede «come faccia la gente a mangiare e bere all'aperto in locali circondati della loro stessa immondizia. E non dimentichiamoci del peso, in questo degrado, causato dai proprietari dei B&b, che non spiegano ai loro clienti come riporre i rifiuti».
Dal II Municipio l'assessore all'Ambiente Rino Fabiano si scaglia contro «gli irriducibili della monnezza, ristoranti e bar di piazza Bologna o di viale Parioli, invece ringrazio gli esercenti di San Lorenzo, che, da quando gli abbiamo spiegato loro come fare il porta a porta, non lasciano in strada neppure una bottiglia». Al V, dove la movida dopo il Pigneto sta esplodendo a Centocelle e a Torpignattara, il presidente Mauro Caliste ricorda: «Quando siamo arrivati Ama garantiva la raccolta soltanto a 800 Und. Ora siamo saliti a 1.200, ma dobbiamo arrivare almeno a 4mila».