Atac, troppe ferie arretrate: «In estate servizio a rischio». A Roma mancheranno gli autisti

E nelle stazioni, scale mobili e ascensori fermi perché non ci sono gli operatori

Atac, troppe ferie arretrate: «In estate servizio a rischio». A Roma mancheranno gli autisti
di Valeria Di Corrado e Francesco Pacifico
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Martedì 9 Maggio 2023, 13:45 - Ultimo aggiornamento: 14:33

Troppe ferie da smaltire e poco personale rispetto a quello che servirebbe quest'estate per garantire il servizio di bus e metro. All'Atac è scoppiato l'allarme, perché ci si è accorti che almeno il 20 per cento dei 6.500 autisti dei bus ha un alto numero di giorni di vacanze arretrate da consumare: per molti si parla anche di un centinaio. Per motivi contabili, queste ferie - per quanto si possano rinviarle - vanno prese dai lavoratori entro l'anno solare. Ma siccome registra no rallentamenti le assunzione di nuovo personale, c'è più di un timore in via Prenestina che nei prossimi mesi ci sia un forte deficit di addetti: dalle prime stime che girano a livello sindacale, ne servirebbero sul trasporto su gomma almeno 300 in più.
Anche di questo tema si parlerà oggi al tavolo con i confederali, convocato da Atac per illustrare il nuovo Pef (Piano economico finanziario, cioè la strategia per gli investimenti) che sconta non poco la decisione del Comune di congelare il rinnovo del contratto di servizio. Anche perché - sulla questione delle ferie arretrate - l'azienda e sindacato devono trovare per evitare agitazioni e gestire al meglio il problema, evitando un imbuto nel periodo agostano. «Ci sono altre due questioni - spiegano da Atac - a peggiorare la situazione: il reclutamento dei nuovi addetti, 470 figure, non è stato ancora concluso; poi c'è sempre lo spettro della chiusura della linea A della metro ad agosto, forse nelle settimane centrali, per velocizzare le manutenzioni: in quel caso vanno attivate decine e decine di navette sostitutive, ma per farle funzionare serve ulteriore personale, che adesso manca».

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Ma non è questa l'unica tegola per Atac: aumentano i casi di ascensori e scale mobili fuori servizio, con passeggeri costretti a faticose salite a piedi e disabili impossibilitati a utilizzare la metropolitana.

A causare i disagi non solo i guasti che, periodicamente, colpiscono le stazioni. Ai problemi tecnici si aggiungono quelli organizzativi: molto spesso le fermate delle linee romane restano prive di operatori di stazione. E quindi, per le norme di sicurezza, gli impianti devono essere disattivati. Un problema piuttosto sentito soprattutto dagli utenti delle fermate più profonde: come quelle, per esempio, della linea B1.

 


IL CASO
Pochi minuti dopo la mezzanotte di martedì scorso, all'arrivo alla stazione Jonio dell'ultimo treno proveniente dal capolinea Laurentina, i passeggeri si sono accorti che l'ascensore sulla banchina non funzionava. Non si sono stupiti più di tanto perché capita spesso sia fuori servizio. Si sono quindi diretti verso le scale mobili, e pure quelle erano ferme. Stesso discorso per la seconda, la terza e la quarta rampa delle scale mobili. A quel punto hanno capito che non si trattava di un malfunzionamento, anche perché non c'erano recinzioni. Semplicemente tutti gli impianti di risalita erano stati disattivati. Di fronte all'ira di una ragazza che ha dovuto trascinare per centinaia di scalini un pesante trolley, uno degli addetti: «Il responsabile degli impianti li ha spenti perché se n'è andato a casa. Dice che avendo la 104 non può lavorare dopo la mezzanotte. Succede quasi tutte le sere così e poi gli utenti se la prendono con noi, ma noi non possiamo fare niente. Dovete scrivere ad Atac». Un altro dipendente di rientro a casa, amareggiato, ha spiegato: «Io stamattina ho attaccato alle 5,30 e adesso, stanco come sono, mi tocca pure fare a piedi le scale». Addirittura una signora con un bimbo in carrozzina è rimasta prigioniera (non si sa per quanto tempo) sulla banchina perché non sapeva come fare a salire, trasportando il passeggino e il piccolo in braccio. «Non ci possono lasciare così - ha urlato disperata - Questo non è un servizio pubblico. Uno non può spegnere gli impianti di risalita di una stazione della metro, solo perché deve andarsene».

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L'assenza di operatori di stazione, comunque, non è un evento raro. «Il presidio della stazioni è programmato in relazione all'orario di servizio della metropolitana - spiegano dall'Atac - Non necessariamente le stazioni devono essere presidiate per garantire la fruizione del servizio di trasporto, potendo gestire la stazione anche tramite la supervisione da posto centrale». In alcune circostanze, «correlate alla tipologia di stazione e alle condizioni impiantistiche, la mancanza anche temporanea dell'operatore di stazione può comportare la parzializzazione funzionale di alcuni impianti», sottolineano da via Prenestina.
 

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