Truffa on line del barboncino: due donne spariscono con 480 euro vicino Roma, il caso delle foto rubate

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Truffa on line del barboncino: due donne spariscono con 480 euro, il caso delle foto rubate
di Antonella Mosca
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Martedì 9 Maggio 2023, 12:04 - Ultimo aggiornamento: 17:45

Li chiamano "barboncini toy" definizione orripilante per un animale che non deve mai essere considerato un oggetto da gioco. E' una razza selezionata per avere un aspetto accattivante simil peluche, con richieste di acquisto in forte aumento negli ultimi anni. Cosa che nel 2019 voleva fare anche una signora lombarda, tramite una proposta di vendita on line che si è rivelata una truffa organizzata ad Anzio.

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Dopo aver pagato con postpay la metà della cifra pattuita e il successivo saldo, lei non ha visto arrivare il desiderato barboncino.

Così ha denunciato il fatto ai carabinieri della sua città che, indagando sugli estremi dei versamenti, sono risaliti a due donne residenti ad Anzio ora rinviate a giudizio per truffa. Al momento sembra fuori dalla vicenda il titolare dell'allevamento di cani di Anzio che, nelle false indicazioni di vendita, avrebbe dovuto fornire il cagnolino. Già il prezzo proposto - 480 euro - avrebbe dovuto insospettire l'acquirente dato che un barboncino toy con pedigree sta sul mercato a non meno di 3.000 euro. Ma a volte non si ha la possibilità di pagare cifre esorbitanti, pur desiderando un cane da compagnia. Su questo - spiegano sia la Polizia postale che le associazioni di consumatori - è nata una fitta rete di truffe on line, denunciate ormai in ogni regione italiana.

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La signora lombarda ha pagato i 480 euro prima con un acconto della metà tramite postepay e poi con un vaglia postale a saldo, certa di poter avere il cucciolo di barboncino allevato in un'azienda di Anzio. E questa è l'altra faccia della truffa: spesso i finti venditori rubano le foto degli animali da siti di allevamenti autorizzati. A chi risponde alla proposta on line viene inviato un numero di telefono cellulare - che alle indagini risulta difficilmente tracciabile - per trattative via whatsapp.

 

La signora lombarda ha fornito utenze telefoniche, contatti e documenti di pagamento e i carabinieri risalendo la trafila sono riusciti ad individuare le carte di identità usate per attivare postepay e cellulare, intestate a due donne residenti ad Anzio. A settembre dovranno presentarsi in tribunale per rispondere nell'ennesimo caso di accusa di "truffa del barboncino".
 

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