Trovato un piccolo assiolo in un centro sportivo a Castelnuovo di Porto. L’esperto: «Non interferiamo con il loro ambiente naturale»

Il rapace notturno - nome scientifico Otus scops - sarà liberato in serata nel bosco del Rifugio del Lupo, a Morlupo

Il piccolo assiolo ritrovato in un centro sportivo a Castelnuovo di Porto, alle porte di Roma
di Alessia Perreca
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Martedì 25 Luglio 2023, 21:59 - Ultimo aggiornamento: 27 Luglio, 07:32

Una mattinata all’insegna del divertimento per un gruppo di bimbi all’interno del centro sportivo "Newcastle Padel Club", a Castelnuovo di Porto, vicino Roma. Tanti giochi e una piccola sorpresa nascosta dietro al cestino della spazzatura. Un assiolo era rimasto intrappolato vicino a uno degli spazi dedicati per l’appunto al tennis e impossibilitato nel raggiungere il suo habitat naturale. A ritrovare il piccolo rapace, stamani, poco dopo le 10,30, è stato Cristian Curatolo, il Presidente del circolo. Immediata la chiamata al centro unico di emergenza e successivamente a un centro di recupero di fauna selvatica di Bracciano, ma senza ricevere alcuna risposta.  «Un piccolo rapace notturno che ha incontrato ( come accade per tanti animali selvatici, ndr) una barriera umana, si è confuso tra le reti dei campi di padel e non ha quindi potuto raggiungere gli ambienti naturali tantomeno inseguire i richiami di genitori che in questi momenti stanno collaudando la sua capacità di restare libero», ha spiegato al Messaggero l’esperto Andrea Lunerti intervenuto sul posto.  L’intenzione del presidente del circolo era quella di mettere in salvo il piccolo uccello. «Le condizioni dell’assiolo era buone. Non era ferito, ma solamente un po’ spossato e per questo motivo non è stato necessario mandarlo in un centro di recupero. Ora lo stiamo facendo riposare e in serata sarà liberato nel bosco al Rifugio del Lupo, a Morlupo», ha detto Lunerti.

CHI È L’ASSIOLO

L’assiolo - nome scientifico Otus Scops - è il più piccolo rapace notturno (italiano ed europeo, ndr) di circa 10 centimetri.

Si nutre di insetti e le sue abitudini sono quasi esclusivamente notturne tanto che è possibile avvertire la sua presenza ascoltando il suo canto territoriale nei boschi, lontano dall'inquinamento acustico. L’Otus Scops è ricordato anche con il nome di Strigide perché - nel Medioevo - secondo una credenza popolare, la presenza di questa specie era legata alla stregoneria. In realtà sono semplici animali notturni che vivono nutrendosi di farfalle e piccoli roditori. Sono considerati anche i maestri del mimetismo attraverso il piumaggio: i loro colori vanno dal nocciola chiaro, al grigio e marrone scuro proprio perché hanno la necessità di camuffarsi al meglio attraverso i tronchi degli alberi. Da non confondere con il gufo perché fa parte del terzo anello della catena alimentare: è almeno 15 volte più grande e può catturare civette, barbagianni ed assioli. Mentre il gufo reale è 30 volte più enorme. 

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COME COMPORTASI IN CASO DI AVVISTAMENTO? «Ultimamente sono in netta difficoltà a causa delle barriere umane. In strada, spesso, restano accecati dai fari delle macchine e vengono investiti. Come nel caso di stamattina, restano prigionieri tra le reti e i vetri che fungono da tranelli», sostiene Lunerti. «Quando incontriamo questi animali - apparentemente inermi - evitiamo di prenderli. È come se stessero svolgendo una sorta di “tirocinio” con i loro genitori e stanno imparando ad affrontare il mondo attraverso il volo e le prede che devono ricercare in tutta autonomia. Prenderlo significherebbe toglierlo dalla natura. Se dovessimo trovarli nelle vicinanze di un gatto possiamo spostarli - purché muniti di guanti da giardinaggio - in un punto alto. Saranno poi i genitori che provvederanno a fornire all’assiolo il cibo. Questi uccelli sono muniti di artigli affiliati. Possono tuttavia graffiarci e la loro presa potente non riuscirebbe a staccarli dalla pelle umana». «Se lo notiamo in strada e ferito dobbiamo segnalare la situazione al centro unico per l’emergenza  ( 112, ndr) oppure rivolgerci alle associazioni dedite al recupero, ma - conclude l’esperto - mai interferire con le loro situazioni naturali, fondamentali per questi animali». 

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