Prima gli ha bussato alla porta di casa: voleva i suoi soldi anche se non è chiaro il motivo per cui un italiano classe 1982, con una sfilza di precedenti alle spalle, avanzasse un debito nei confronti di un albanese.
Quest’ultimo non ottenendo il dovuto, ma venendo a sua volta minacciato con un coltello, al termine di una discussione, nata in casa e proseguita poi in un inseguimento in auto, gli ha sparato addosso. Che premere il grilletto per le strade di Roma non sia così inconsueta è un dato di fatto. E ieri, a riprova del dovuto, un’altra sparatoria. Questa volta in zona Flaminia non lontano dal cimitero di Prima Porta. Alla fine la vittima, che arriverà al pronto soccorso del Sant’Andrea con la propria Mercedes dirà il nome di chi gli ha sparato. Ma avvolgiamo il nastro e torniamo all’ora di pranzo.
Straniero urla: «Sono armato». Scatta l'allarme sicurezza, paura al centro commerciale di Fiumicino
LA DINAMICA
Poco dopo le 13 la vittima, un catanese con precedenti per rapina, armi e droga è in casa.
IL MOVENTE
Fosse stato un regolamento di “peso” magari l’albanese l’avrebbe anche finito: colpito una volta, senza essere riuscito a riavere il suo denaro, avrebbe anche potuto ammazzarlo. Invece scappa e permette al 42enne di rimettersi al volante della Mercedes e guidare fino al più vicino ospedale, ovvero il Sant’Andrea a Grottarossa. È proprio qui che la vittima, soccorsa dai sanitari, sussurrerà all’orecchio di un agente di polizia intervenuto dopo la chiamata dell’ospedale, il nome del suo aggressore. A occuparsi del caso è fin da subito la Squadra Mobile che dopo poco rintraccerà l’albanese in zona Flaminio, non lontano dal Villaggio Olimpico. Il problema però è che l’arma non c’è. Gli investigatori stanno cercando di ricucire i rapporti fra i due: non è escluso che dietro ci sia della droga ma potrebbe esserci anche dell’altro. Nè la vittima né il suo aggressore, pur essendo conosciuti dalle forze dell’ordine, hanno rapporti con ambienti specifici né i loro nomi risultano inseriti in contesti ben più organizzati e strutturati.
LE INDAGINI
Fino a tarda sera sono andati avanti i rilievi della Mobile sia nell’appartamento e nell’auto della vittima sia nel posto del Flaminio dove è stato rintracciato l’aggressore. Che si dovrà appurare sia stato davvero lui. L’arma usata, fino a ieri sera, non era stata trovata. L’albanese è stato sottoposto allo “stub” ma questo, come pure in altri delitti è accaduto, potrebbe rivelarsi negativo o parzialmente positivo. Dalla sparatoria a quando l’uomo è stato rintracciato sono passate all’incirca tre ore: un tempo più che sufficiente per sbarazzarsi dell’arma, dei vestiti, farsi una bella doccia e pulirsi anche il naso. Dovesse essere lui, l’uomo che ha sparato, sarà accusato di tentato omicidio.