Roma, accoltellato a 32 anni da un venditore di rose: la pista della lite per droga, forse un regolamento di conti

Un marocchino di 29 anni ha conficcato la lama nel collo del giovane. È stato arrestato dopo aver provato ad aggredire altre persone su un autobus

Accoltellato a 32 anni da un venditore di rose: la pista della lite per droga
di Camilla Mozzetti e Federica Pozzi
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Giovedì 19 Ottobre 2023, 00:18 - Ultimo aggiornamento: 20 Ottobre, 11:15

«Mi ha sgozzato, sto morendo», con le mani strette al collo, nel tentativo di fermare il sangue che stava perdendo, si è accasciato in terra. Soccorso dall’amico che era con lui è arrivato al pronto soccorso del policlinico Umberto I, ma le sue condizioni, nonostante l’ultimo intervento chirurgico eseguito ieri in tarda mattinata, restano gravi. Non è un attentato benché del fatto si interesserà poi anche la Digos, più probabile il gesto di uno squilibrato con la droga a fare da “contorno”.

L’ipotesi su cui stanno lavorando gli inquirenti è che ci sia di mezzo la vendita di qualche dose non andata a buon fine.

La vittima è conosciuta dalla polizia, il suo aggressore - poi arrestato - ha una sfilza di precedenti alle spalle che vanno dalla rapina alle lesioni. Il primo aveva in tasca dell’hashish e della cocaina, il secondo andava minacciando i passanti con un coltello senza riuscire ad essere fermato. Impossibile credere che un’aggressione, quasi mortale, sia divampata per la vendita mancata di una rosa.

Via Michele di Lando, pochi metri da piazza Bologna: è qui che martedì notte, poco prima dell’una, A. D. B., 32 anni da poco compiuti, è stato accoltellato da un marocchino di 29 anni, Mustapha Naji, poi arrestato. La lama del coltello, che la polizia ha poi trovato ancora sporco di sangue addosso all’aggressore, è entrata nel collo della vittima per almeno sei centimetri. 


LA DINAMICA

Tutto inizia, stando anche al racconto dell’amico del 32enne che l’ha poi portato a bordo della sua Fiat 500 in ospedale, quando il marocchino si avvicina alla coppia che si trovava a pochi metri dal locale “Glory Hole”. Naji, a detta dell’unico testimone oculare, amico di un uomo con della droga in tasca, inizia a chiedere loro delle informazioni su dove si trovasse la stazione Termini ma i due uomini lo allontanano, allora il marocchino torna a farsi sotto e agita alcune rose che teneva in mano. A quel punto la vittima reagisce ma senza toccarlo gli fa cenno di smetterla e gli volta le spalle.

Quando però il 32enne torna a girarsi, ecco che viene colpito: il marocchino scappa mentre lui si accascia pensando di morire. L’aggressore verrà fermato qualche ora più tardi non distante dal luogo dell’accoltellamento. Dopo il ferimento è salito a bordo di un bus provando anche lì a infilzare un passeggero e anche prima di colpire la vittima, a via Lando, il marocchino era stato segnalato al numero unico per le emergenza perché in via Tiburtina, all’altezza di Ponte Mammolo, aveva iniziato a importunare delle persone agitando lo stesso coltello poi anche a piazzale delle Province.

Due interventi che, visto quanto accaduto, sono andati a vuoto. La polizia - sul caso ha proceduto il Distretto Porta Pia e quello di San Basilio - riesce a collegare l’episodio del bus al ferimento del 32enne perché il marocchino descritto dai passeggeri del mezzo è lo stesso riconosciuto poi dall’amico della vittima che ha confermato agli agenti come questo fosse vestito interamente di bianco con un cappuccio sollevato sul capo. Addosso alla vittima, sempre la polizia, ha ritrovato una quantità di hashish e cocaina. Che il racconto fornito dall’unico testimone non sia perfettamente corrispondente alla realtà e che invece l’aggressione sia sorta per motivi legati alla droga? È una delle ipotesi su cui sta indagando la polizia che non esclude neanche l’instabilità mentale dell’aggressore con alle spalle precedenti per resistenza a pubblico ufficiale, rapina, furto aggravato e percosse e un regolare permesso di soggiorno per cure mediche scaduto però nel maggio scorso. Il marocchino è stato trasferito nel carcere di Regina Coeli, dovrà rispondere di tentato omicidio. 


LA MAMMA 

Nel primo pomeriggio di ieri, al policlinico Umberto I, si è concluso il secondo intervento. In sala d’attesa parenti e amici hanno aspettato per ore le notizie da parte dei medici che in sala operatoria tentavano di salvare la vita del 32enne. Per i medici la prognosi resta riservata. La mamma, dopo aver parlato con i chirurghi, ha spiegato che «non è ancora fuori pericolo. È stata un’aggressione talmente violenta che la lama del coltello è penetrata per sei centimetri nel collo». Tanta la rabbia nei confronti di chi ha ridotto il figlio in fin di vita. Accanto alla donna la zia del giovane ripete: «Ce l’ha massacrato». Poi la gratitudine nei confronti dell’amico che l’ha portato in ospedale. «Se avessero aspettato i soccorsi sarebbe arrivato morto, gli ha salvato la vita». 
 

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