Naso all’insù, popcorn e patatine alla mano, poi una bevanda fresca da sorseggiare con attenzione, per non disturbare la suggestione silenziosa che può provocare una sala a cielo aperto. La magia di stagione delle arene piene, è il film più romantico che l’estate romana ha da offrire. Di certo, il più visto e ed alla portata di tutte le tasche. I numeri continuano a salire sul pallottoliere degli organizzatori che, una sera dopo l’altra, accolgono centinaia di cittadini pronti ad occupare la seduta migliore nelle arene di riferimento del loro quartiere. Dal centro in periferia, prende forma la quotidiana pellicola di vita girata in zone caratteristiche della capitale, in quello che ha sempre più le sembianze di un multisala sotto le stelle.
L’arena di Santa Maria della Pietà per esempio, ultima inaugurata dalla ‘Fondazione Cinema per Roma’ al grido di “Viva il Cinema”, si è accesa con l’arrivo di Valentina Lodovini, in gran forma e dal sorriso contagioso, con uno sguardo capace di stregare le platee.
Intanto, gli spazi cinematografici en plein air di Anec Lazio e Agis Lazio, hanno salutato l’arrivo del regista Nanni Moretti, protagonista a Monteverde con la proiezione de “Il sol dell’avvenire”. Nelle sere di fine luglio Piazza Vittorio ha accolto due apprezzatissimi giovani dal grande talento, Sara Serraiocco e Leonardo Maltese, salutati dal critico Franco Montini alla guida dello spazio aperto all’Esquilino, dove è arrivato anche l’applaudito Edoardo Pesce con il regista Fulvio Risuleo, classe ’91 e una passione - e anche più - per il fumetto. I due, hanno acceso lo schermo per il film drammatico dal titolo “Notte fantasma”.
La stessa platea ha poi salutato l’arrivo di Sophie Chiarello per la proiezione del documentario “Il cerchio”, una riflessione che ha posto domande sul mondo dei bambini di oggi. Cosa pensano, cosa vedono e riescono a comprendere dal mondo degli adulti. Un viaggio profondo nella sfera dell’infanzia, attraverso una telecamera che per cinque anni ha seguito gli alunni di una classe elementare, abbassando l’obiettivo all’altezza del loro sguardo, per catturare e descrivere nel modo più diretto possibile il punto di vista dei bambini sul mondo.