Noemi Carrozza, morta a Roma sulla Colombo in scooter contro un albero. Il giudice: «Indagare ancora, i gestori della strada vanno individuati»

La campionessa di nuoto sincronizzato aveva 21 anni. I genitori: "Se ci fosse stato un guardrail forse nostra figlia non sarebbe morta"

Noemi Carrozza, morta a Roma sulla Colombo in scooter contro un albero. Il giudice: «Indagare ancora, i gestori della strada vanno individuati»
di Camilla Mozzetti
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Venerdì 22 Marzo 2024, 06:09 - Ultimo aggiornamento: 23 Marzo, 09:48

«La sofferenza benché siano trascorsi cinque anni e mezzo non è diminuita e mai potrà accadere ma quello che importa è che venga riconosciuta la necessità di proteggere quel tratto di strada. Per noi è una ferita aperta ma sarebbe almeno di consolazione sapere che altri figli sono al sicuro». Papà Lorenzo e mamma Cinzia confidano nell'ordinanza firmata dal gip Flavia Costantini con cui viene di fatto rigettata l'ennesima richiesta di archiviazione, avanzata dalla Procura, per la morte della loro figlia, Noemi Carrozza. Quella tragedia, avvenuta nel primo pomeriggio del 15 giugno 2018, sembrava destinata a essere una vicenda senza soluzione: nessuna colpa, nessun responsabile ma solo una ragazza che avrebbe compiuto 21 anni a breve ma che morì dopo aver perso il controllo del proprio motorino sulla Cristoforo Colombo all'altezza del chilometro 26.600 scontrandosi contro un leccio. Noemi non aveva bevuto né aveva assunto sostanze «percorreva la strada - ricorda commosso il papà - a 42 chilometri, quindi sotto il limite di velocità, non si era distratta dal cellulare» eppure cadde e finì, in assenza di guardrail contro quell'albero morendo poi, poche ore più tardi, all'ospedale Grassi di Ostia.

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LE MOTIVAZIONI

La Procura, che aveva aperto un fascicolo per omicidio stradale, sei mesi dopo l'incidente chiese l'archiviazione a cui la famiglia fece opposizione e adesso a fronte di un'analoga richiesta avanzata da piazzale Clodio il gip dispone invece «la trasmissione degli atti al pubblico ministero affinché proceda - si legge nell'ordinanza - all'individuazione dei gestori della strada nel tratto interessato dall'incidente e proceda alla loro iscrizione». Perché «posto che è stato escluso qualsivoglia contributo causale della vittima nel verificarsi dell'evento - argomenta il gip - la circostanza che il tratto di strada interessato dall'incidente fosse un rettilineo e che l'albero fosse visibile non permette di giungere alla conclusione che non possa ipotizzarsi alcuna responsabilità in capo ai gestori della strada».
Noemi era una campionessa di nuoto sincronizzato e quella mattina era uscita di casa per andare ad allenarsi in piscina, salutando la mamma e dicendole che sarebbe tornata per pranzo.

La signora Cinzia le scrisse un messaggio: «Per sapere a che ora sarebbe tornata ma non ha mai più risposto», ricorda oggi la madre.

«Nostra figlia non tornerà - concludono i genitori - ma se si riuscisse a mettere in sicurezza quel tratto di strada sarebbe come trovare un senso» a ciò a cui l'umana comprensione non potrà mai arrivare quando a morire e un figlio. In quel tratto di strada il guardrail non c'era e non c'è ancora oggi: si interrompe circa 500 metri prima. Una domanda su tutte, se ci fosse stato avrebbe attutito e mitigato lo scontro della ragazza evitandone la morte? Per gli avvocati che assistono la famiglia, Emiliano Natoli e Filomena Trani con l'ordinanza del gip arriva «finalmente una motivazione in punto di diritto che ha riaffermato quanto da noi finora sostenuto nonché il costante orientamento della giurisprudenza di merito e di legittimità che si è andato affermando in questi ultimi anni ossia Il riconoscimento in capo agli enti gestori-proprietari delle strade della responsabilità per omessa manutenzione e messa in sicurezza delle stesse soprattutto per quelle ad elevata sinistrosità quali appunto la Cristoforo Colombo».

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