Roma, botte e rapine alle prostitute: preso l'incubo di Piramide

Aveva picchiato e derubato una filippina e terrorizzato un'ucraina: "Ora ti ammazzo"

Roma, botte e rapine alle prostitute: preso l'incubo di Piramide
di Alessia Marani
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Mercoledì 15 Febbraio 2023, 07:40

«Zia, da oggi devi darmi 20 euro al giorno se vuoi lavorare qua, altrimenti ti gonfio». Detto fatto. Un italiano di 44 anni ha pestato di botte una prostituta filippina di sessant'anni che era ferma in piazzale Ardeatino. É successo il 10 dicembre in pieno giorno, alle 12.30 circa. Testimone anche un'altra prostituta più giovane, una ucraina di 56 anni già vittima delle stesse "attenzioni" da parte dell'uomo.

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Entrambe le donne, alla fine, hanno trovato il coraggio di denunciare le aggressioni subite e gli agenti del Commissariato Celio l'altro giorno hanno bussato alla porta dell'aguzzino - con una sfilza di precedenti alle spalle, ben 20 i richiami riscontrati nel casellario giudiziario - con un mandato del gip del tribunale di Roma per arrestarlo e portarlo nuovamente in carcere.

Il 44enne è accusato dei reati di minaccia aggravata e rapina ai danni delle due donne, alcune delle numerose che esercitano nella zona di Piramide. Insomma, era il loro incubo.


LA DINAMICA
La filippina aveva riferito alla pattuglia intervenuta sul posto di essere stata avvicinata da un uomo con accento romano, il quale, con fare minaccioso, le avrebbe intimato di consegnargli 20 euro al giorno o in alternativa il proprio telefono cellulare se avesse voluto continuare a lavorare in quel punto. Al rifiuto della donna, l'uomo l'ha colpita e spintonata violentemente facendole sbattere la testa contro il muro e facendola cadere a terra, per poi sottrarle la borsa che conteneva un portafoglio con all'interno 30 euro ed effetti personali, tra cui le chiavi di casa. Da lì è nata un'attività di indagine che ha permesso di identificare il presunto autore e di raccogliere una serie di riscontri che hanno portato la stessa Procura a chiedere e ottenere dal giudice per le indagini preliminari un'ordinanza cautelare. Il 44enne, nel frattempo, aveva lasciato la Capitale e i poliziotti sono riusciti a rintracciarlo e ad arrestarlo nei pressi di una stazione sciistica, nascosto in località Marsia di Tagliacozzo, in Abruzzo.


Quella mattina il 44enne - che annovera precedenti specifici e per i reati di rapina, furto, lesioni personali, estorsione in concorso, evasione, violazione delle misure di prevenzione, porto d'armi, rissa, il primo reato risalente a quando aveva 15 anni, l'ultimo al settembre del 2021 - dopo essersi fatto il solito giro nei bar della zona si è presentato dalla filippina e l'ha aggredita. Ad aiutarla è intervenuta più tardi anche l'ucraina che le ha confidato che il romano aveva minacciato anche lei e che non era nuovo a questi atteggiamenti: «Str.. put.. io ti ammazzo», l'aveva minacciata dopo che si era rifiutata di seguirlo «nel bosco». «Chiamo tutte le guardie di Roma», gli aveva risposto lei. E lui non curante: «Stica...».


RECIDIVO
I poliziotti del Celio hanno rintracciato anche l'ucraina, che nel frattempo, non era più andata a Piramide e, alla fine, anche lei ha denunciato. Il 44enne era riconoscibile per i vistosi tatuaggi sulle dita delle mani e su altre parti del corpo. Le due donne sono state invitate negli uffici di polizia per un riconoscimento all'americana. Ossia, l'aguzzino è stato individuato e indicato tra 66 diverse fotografie di uomini. Secondo il gip Giulia Arcieri l'esigenza della custodia cautelare in carcere nasce dalla pericolosità sociale del pregiudicato e del pericolo di reiterazione del reato. Nei confronti del 44enne, evidentemente, la precedente espiazione della pena detentiva «non ha sortito effetti deterrenti», considerata la spregiudicatezza dimostrata e un precedente anche per evasione, per lui sono di nuovo spalancate le porte del carcere. E chissà se questa volta servirà a qualcosa.
 

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