Samuel Modiano ha conosciuto le leggi razziste nel 1938, quando a 8 anni fu espulso dalla scuola che frequentava a Rodi, a quel tempo colonia italiana; nel 1944, appena ragazzo, fu deportato al campo di Auschwitz-Birkenau, trasportato su navi-cargo insieme ad altri 2.500 ebrei. La sua storia è la storia di una vita che resiste per caso, perché nell'imminenza della liberazione del campo, fu creduto morto e quindi riuscì a salvarsi dalla fine certa, che non ha risparmiato gli altri: nessuno della sua famiglia è tornato, e dei deportati di Rodi sono sopravvissuti solo in poco più di 150.
Adesso Samuel Modiano è impegnato a raccontare la Shoah, e la sua esperienza nella Shoah, dando testimonianza alle nuove generazioni di quanto è successo, entrando nelle scuole a raccontare il proprio vissuto. Proprio in uno dei recenti Viaggi della Memoria in cui ha accompagnato i liceali romani ad Auschwitz ha preso forma l'omaggio verso la sua figura, che si concretizza venerdì 29 novembre 2013 con il conferimento del Dottorato Honoris Causa, introdotto dalla presentazione di Marina Caffiero, direttore del Dottorato in Storia, antropologia, religioni e concluso dall'intervento di Samuel Modiano.
Motivazione del Dottorato Honoris causa: «per l'instancabile impegno con cui si dedica a testimoniare la sua tragica esperienza, segnata dall'espulsione da scuola, a Rodi, all'età di otto anni - ordinata in ottemperanza al dettato delle Leggi razziste - e dalla deportazione ad Auschwitz-Birkenau nell'estate del 1944, nella ricorrenza del settantacinquesimo anniversario dell'emanazione delle Leggi del 1938, per proseguire al più alto livello l'azione di promozione della Memoria e di sostegno alla ricerca storica».
© RIPRODUZIONE RISERVATA